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SESSISMI

The Lancet prende sul serio le femministe. Donne offese

In un articolo sulla prestigiosa rivista medica The Lancet, il corpo delle donne viene definito "corpo con la vagina". La donna non viene menzionata per rispetto ai trans, stando alla risposta del direttore alle numerose proteste. Ma era stato il femminismo, soprattutto, ad aver ridotto la donna a "corpo con la vagina".

Vita e bioetica 02_10_2021
Richard Horton, direttore di The Lancet

Fu tanto inclusiva che divenne esclusiva. Stiamo parlando della celebre rivista scientifica The Lancet sulla cui copertina del numero di settembre-ottobre 2021 campeggia questa frase: “Storicamente, l'anatomia e la fisiologia dei corpi con vagina sono state trascurate". Traducendo dal politicamente corretto all’italiano: “Storicamente, l'anatomia e la fisiologia delle donne sono state trascurate".

La copertina cita una frase di un articolo, dal titolo “Periods on Display”, che si trova all’interno della rivista e che, facendo riferimento al Vagina Museum di Londra (sì, esiste anche questo), esamina i tabù e i cosiddetti pregiudizi legati ai corpi femminili. L’autore usa  il termine “donna” ma anche l’espressione “corpi con la vagina”, questo nel rispetto di quelle “donne” che non hanno la vagina, non perché disabili, ma perché transessuali. Stiamo dunque parlando di maschi che si credono donne. Ma, ahiloro, non basta l’autoconvinzione per far spuntare una vagina tra le gambe. Ecco allora correre in loro soccorso per confortarli del loro stato femmineo la lingua trattata chimicamente con gli additivi LGBT.

La redazione della rivista ha subìto una invasione di proteste da parte dei lettori, alcuni dei quali hanno disdetto l’abbonamento, che hanno accusato The Lancet  di essere sessista, disumana, politicamente corretta.

Il caporedattore di The Lancet, Richard Horton, ha replicato così alle critiche: "Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno reagito alle parole sulla copertina di Lancet di questa settimana e comprendo l’intensità delle emozioni che ha suscitato. The Lancet si impegna per la massima inclusione di tutte le persone nella sua visione volta al progresso della salute. In questo caso, abbiamo trasmesso l'impressione di aver disumanizzato ed emarginato le donne. Chi legge regolarmente The Lancet capirà che questa non avrebbe mai potuto essere la nostra intenzione". Ha poi aggiunto: "la salute dei transgender è una dimensione importante dell'assistenza sanitaria moderna, ma che rimane spesso trascurata". Insomma l’ansia di inclusività fa sì che si soddisfino le rivendicazioni di pochi a discapito della dignità di molti.

Naturalmente The Lancet è in buona compagnia. Pochi mesi fa, tanto per rimanere nel Regno Unito, il Brighton and Sussex University Hospitals NHS Trust ha imposto ai propri dipendenti di sostituire la parola “madre” con “genitore alla nascita” e l’espressione “latte materno” con “latte umano”. L'Australian Breastfeeding Association (ABA), un'associazione australiana che promuove l'allattamento al seno, ha aperto i suoi corsi anche agli uomini trans, ai gay e a tutta la galassia delle persone LGBT. La raccomandazione non esplicita è quella di usare l’espressione “allattamento al petto” e non “al seno” per non discriminare quei trans uomini che vogliono provare l’ebbrezza di allattare il proprio piccolo. Gli esempi si potrebbero moltiplicare all’infinito, ma ci fermiamo qui.

Vogliamo invece mettere l’accento su un altro aspetto. La frase incriminata è figlia del suo tempo. Se tutti accettiamo come cosa buona e giusta il transessualismo, bene hanno fatto quelli di Lancet a usare l’espressione “corpi con la vagina” per distinguerli dai “corpi con il pene”. Se il femminismo ha martellato per decenni che uomini e donne sono uguali in tutto e per tutto, ecco allora che l’unico tratto distintivo rimane l’aspetto fisico e quindi citare la vagina per indicare le donne appare quasi scelta obbligata. Se le femministe, negli anni passati, hanno sbandierato, nel vero senso della parola, i loro genitali nelle  manifestazioni sull’aborto come simbolo peculiare del loro essere donna, perché ora non potrebbe farlo un autore di una rivista scientifica? E poi, come fa ad essere uno sessista se si riferisce ad un organo che appartiene esclusivamente alle donne? Dovrebbero insorgere i maschi, semmai, per protestare dato che ancora una volta non se li fila nessuno.

In breve, chi è causa del suo mal pianga se stesso.