Terrorismo e atti eroici, la tragedia di Carcassonne
Un sequestro di auto, poi una presa di ostaggi con sparatoria in un supermercato, tre morti e sedici feriti, nei pressi di Carcassonne, nel sud della Francia. Una vicenda che ha un protagonista jihadista, il franco-marocchino Radouane Lakdim. E un eroe della Gendarmeria, Arnaud Beltrame, che si è offerto come ostaggio per salvare vite.
Un sequestro di auto, poi una presa di ostaggi con sparatoria in un supermercato, tre morti e sedici feriti. E’ la prima volta in sei mesi che non accadeva: un attentato in Francia. Il paese d’oltralpe pareva essersi abituato alla quiete prima di piombare di nuovo nell’incubo del terrorismo jihadista. Sei mesi ci sembrano ormai tanti, vista la frequenza di questi eventi.
La corsa della morte di questo ultimo “lupo solitario”, Radouane Lakdim, 25 anni, cittadino francese di origine marocchina, inizia alle 10 e un quarto di ieri mattina a Carcassonne, nel sud della Francia e si conclude poco lontano in un supermercato di Trèbes, appena quattro ore dopo, con l’ultimo fatto di sangue e l’uccisione del terrorista. La prima sua azione è improvvisa: Lakdim spara a una Opel Corsa, uccidendo il passeggero e ferendo gravemente il conducente. Sequestrata l’auto, inizia a guidare verso la più vicina caserma della polizia, la Laperrine. Attende per qualche minuto che escano o entrino degli agenti, per tendere loro un agguato. Ma evidentemente ha già molta fretta e nessun tempo da attendere. Quindi cambia obiettivo e si dirige verso la caserma della Crs, la polizia anti-sommossa. Alle 11 di mattina spara su quattro agenti che stavano rientrando alla base dopo aver fatto jogging. Spara almeno sei colpi, colpendo alla spalla uno dei militari. Poi prosegue indisturbato la sua corsa al “martirio”, al suo ultimo obiettivo. Un supermercato. Fa irruzione nella filiale del Super U di Trèbe, a qualche chilometro ad est di Carcassonne. Spara all’impazzata. “Spara male”, a detta di un vigilantes che provvede subito a far evacuare clienti e personale. Tuttavia spara abbastanza bene da uccidere sul colpo un commesso della macelleria e un cliente in coda alla cassa. Urla “Allah Akbar” e si proclama un combattente dello Stato Islamico.
La Gendarmeria (equivalente francese dei nostri Carabinieri) arriva un quarto d’ora più tardi. Il grosso dei clienti si è rifugiato in una cella frigorifera. Riuscirà ad essere evacuato, con l’aiuto dei gendarmi, attraverso un’uscita di sicurezza. Tuttavia, il giovane franco-marocchino non molla. Continua a tenere ostaggi, usa una donna come scudo umano. Oltre a definirsi combattente dello Stato Islamico e a dirsi pronto alla morte in battaglia in Siria, minaccia di far saltare in aria tutto l’edificio e chiede la liberazione di Salah Abdeslam, uno dei jihadisti autori della strage di Parigi del 2015 sopravvissuto e tuttora in carcere. Il tenente colonnello Arnaud Beltrame, si offre come ostaggio in cambio della donna usata come scudo umano. Il terrorista accetta.
Beltrame è una delle due figure chiave degli eventi di ieri. Contrariamente al terrorista suicida, che era pronto a uccidere e farsi uccidere per la sua causa ideologica, Beltrame ha salvato vite, a costo di rischiare la propria. Che ha quasi perso. Questo ufficiale di 44 anni, “ha salvato vite e ha reso onore alla sua arma e al nostro paese”, come ha dichiarato il presidente Emmanuel Macron ieri pomeriggio, nella conferenza stampa commentando gli eventi. Il ministro degli Interni Gerard Collomb riporta che il tenente colonnello dei gendarmi: “Ha lasciato il suo telefono acceso su un banco – in modo da permettere ai colleghi di avere un quadro più chiaro della situazione all’interno del supermercato – E’ stato attraverso quel telefono che abbiamo sentito altri colpi di arma da fuoco e il Gign (il gruppo di intervento della Gendarmeria, ndr) ha fatto irruzione”. Nell’azione, due agenti sono stati feriti, ma il terrorista è stato ucciso. Il tenente colonnello Beltrame è stato trovato vivo, ma colpito da numerosi proiettili e in condizioni critiche. E' morto oggi, in seguito alle ferite riportate.
La follia jihadista, omicida e suicida, di Radouane Lakdim, come in tanti altri casi simili, si poteva prevenire. Sin dal 2014 era contrassegnato con la “S” degli elementi radicalizzati. Arrestato per reati minori due volte, nel 2011 e poi ancora nel 2016 (la prima volta per porto d’armi illegale, la seconda per spaccio e resistenza a pubblico ufficiale), l’uomo era anche seguito dai servizi sociali negli ultimi due anni. Benché considerato un elemento radicalizzato, nessuno aveva sospettato ancora la sua intenzione di passare definitivamente all’azione. Si trattava di “un solitario che è passato improvvisamente al terrorismo”, come commenta il ministro Collomb. Lo Stato Islamico ha subito rivendicato la paternità dell’attentato: “L’uomo che ha condotto l’attacco a Trèbes, nel sud della Francia, è un soldato dello Stato Islamico che ha agito in risposta all’appello a fronteggiare i paesi membri della Coalizione”, cioè i paesi che partecipano all’azione militare contro l’Isis in Siria e Iraq.
Le forze dell’ordine francesi hanno successivamente occupato in forze il quartiere popolare di Ozanam, a Carcassonne, dove si trova la casa della famiglia Lakdim. Gli agenti hanno bloccato gli accessi e stanno perquisendo numerose case. “Siamo in stato di assedio” ha dichiarato un residente alla stampa. Si rischia che inizi il ciclo della violenza, delle azioni poliziesche anti-terrorismo e reazioni popolari, come nelle Banlieue parigine. I sospetti ricadono anche su un possibile complice, di cui non è stata ancora rivelata l’identità. Probabilmente il lupo “solitario” non era così solitario. Benché lontani da Parigi e in una città piccola, anche a Carcassonne si sono formati ghetti in cui i terroristi nuotano come pesci nel loro mare?