Terremoto in Giappone: centinaia le vittime
Panico e crolli da stamane nel paese, investito da una scossa di magnitudo 8.9. Chiuse centrali nucleari, porti e aeroporti e crolli in diverse città.
Si aggrava di ora in ora il bilancio ancora provvisorio del sisma di magnitudo 8.9 che ha colpito
il Giappone provocando uno tsunami che si è abbattuto sulle coste nipponiche.
La polizia nazionale ha confermato la morte di 110 persone, ma alcuni media parlano di oltre 300 morti, almeno 350 persone risultano disperse e altre 544 sarebbero rimaste ferite nel terremoto. L'agenzia di stampa giapponese Kyodo dichiara che le vittime potrebbero arrivare addirittura a quota mille.
Dopo il primo forte sisma di stamane si sono registrare diverse scosse di assestamento, a Tokyo gli edifici hanno tremato violentemente, una raffineria vicino alla città è andata a fuoco mentre all’aeroporto Narita della capitale i passeggeri sono stati evacuati. Ferme le attività nelle centrali nucleari e in diverse fabbriche, mentre anche alcuni edifici scolastici sono rimasti chiusi.
Immagini televisive mostrano lo tsunami che trascina le macerie e vari incendi in una vasta fascia costiera vicino alla città di Sendai, 300 chilometri a nordest di Tokyo, non lontana dall’epicentro del sisma, localizzato in mare.
Sempre la tv mostra fiamme e fumo nero alzarsi da un edificio a Odaiba, un quartiere di Tokyo, e fumo che si alza anche da un’area industriale nella zona di Isogo, a Yokohama. La prefettura occidentale di Wakayama ha ordinato l’evacuazione di 200mila persone dopo successivi allerta tsunami.
Tutti i porti del Giappone sono stati chiusi e le operazioni sospese, riferiscono le società di spedizioni, e la Japan Airlines sta modificando le destinazioni e ha respinto 27 voli tra internazionali e interni.
La costa nordorientale del Giappone sul Pacifico, Sanriku, in passato è stata colpita da terremoti e tsunami e un sisma di magnitudo 7.2 si era verificato mercoledì. Nel 1933, un sisma di magnitudo 8.1 nella zona provocò la morte di oltre 3.000 persone.