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IL CONFRONTO

Temi etici, cosa manca alla destra per costruire

Sui principi non negoziabili, la differenza tra sinistra e destra è da individuarsi tra chi vuole continuare a distruggere, la sinistra, e chi vuole conservare le macerie ma non direttamente ricostruire, la destra. Ma la sensibilità di quest'ultima è differente, tanto che, se sollecitata opportunamente, la destra potrebbe anche decidersi a cambiare le cose e iniziare anche a costruire. 

Editoriali 17_10_2022

Nell’ultimo nostro articolo che descriveva i tentativi del Partito Democratico negli Usa di aprire brecce abortive nella sentenza di giugno della Corte Suprema, la quale aveva mandato in soffitta la Roe vs Wade, e le spinte pro-life provenienti dal Partito Repubblicano, chiudevamo affermando che nel tempo il divario tra queste due opposte fazioni era cresciuto sempre più.

In Italia, in merito non solo all’aborto ma a tutti i temi eticamente sensibili, questo divario tra centrodestra e centrosinistra – per comodità usiamo queste due formule di per sé in realtà molto problematiche – non esiste. Non vogliamo affermare che le posizioni delle due aree politiche riguardo ai principi non negoziabili si possono sovrapporre, ma solo appuntare che in Italia non registriamo, in quanto a proposte concrete di carattere politico da parte del centro-destra, quel netto contrapporsi di posizioni che invece esiste tra Democratici e Repubblicani (che poi i media dipingano la Meloni come una pro-life integralista è un altro paio di maniche che attiene alla propaganda ideologica di sinistra).

Relativamente ai principi non negoziabili, la differenza tra sinistra e destra è da individuarsi tra chi vuole continuare a distruggere, la sinistra, e chi vuole conservare le macerie ma non direttamente ricostruire, la destra (sull’avverbio “direttamente” torneremo tra poco). Un Repubblicano USA mai avrebbe detto: applichiamo meglio la Roe vs Wade, come ha fatto la Meloni riguardo alla 194, non solo di recente ma anche qualche anno fa. Negli Usa i conservatori mai si sognerebbero di plaudire alle “nozze” gay. Da noi sempre la Meloni, in un recente confronto con Enrico Letta, ha detto che “per quanto riguarda i diritti degli omosessuali attualmente ci sono le unioni civili e vanno bene così”. E si potrebbe continuare a lungo citando anche gli altri leader della destra. Tali uscite sono motivate soprattutto da due motivi: dal fatto che il pensiero liberista da tempo si è impadronito, seppur non completamente, anche dei cuori degli esponenti di destra e dalla convinzione, maturata anche a destra, che certe scelte personali non si possono criticare perché ormai accettate profondamente dalla maggioranza dei cittadini, pena lo scatenarsi di polemiche che possono portare solo alla perdita di consenso e pena il conflitto sociale perenne.

Dicevamo che la differenza saliente in merito ai principi non negoziabili tra sinistra e destra è data dalla volontà dei sinistrorsi di demolire ancor di più l’ordine naturale delle cose e, invece, dalla volontà dei destrorsi di mantenere lo status quo. Ad esempio in merito all’aborto la sinistra vorrebbe implementare l’uso delle pillole abortive, la destra proporre alternative all’aborto ma per mezzo della 194. In merito alle coppie gay, la sinistra vorrebbe aprire alle adozioni gay, la destra continuare a vietarle.

Ma c’è un’altra differenza saliente. La destra non vuole picconare direttamente leggi come quella dell’aborto, della fecondazione artificiale, delle unioni civili, dell’eutanasia perché, come appuntato prima, è liberista: l’uomo di destra duro e puro, quasi certamente, non condivide nell’intimo la scelta della donna che vuole abortire o della persona omosessuale che si vuole unire civilmente, ma la rispetta anche e soprattutto sul piano giuridico perché “ognuno deve essere libero di fare ciò che vuole”.

Ciò detto, però la sua sensibilità morale è differente dal collega che siede a sinistra in Parlamento, tanto differente che l’uomo di destra può comprendere e, in un certo grado, anche apprezzare la Dottrina Sociale della Chiesa, cosa impossibile invece per la persona di estrazione levantina. Da qui le buone chance del cattolico di dialogare con il politico di destra.

Animato da questa sensibilità che percepisce, seppur molto lontanamente, gli echi della legge naturale, l’uomo di destra, se opportunamente sollecitato, può decidersi a cambiare le cose, a portare l’acqua ad un mulino diverso dal gender, dalla libera scelta della donna, dal morire con dignità, può decidersi a spostare l’ago della bilancia verso la famiglia naturale, la vita e la libertà di educazione.

Allora il suo impegno non sarà direttamente volto alla pars destruens, ossia alla demolizione di leggi ingiuste (la sinistra invece picconò molti reati e leggi che si frapponevano ai loro obiettivi), bensì alla pars construens, cioè costui potrà farsi promotore di leggi a tutela della famiglia, della vita e della libertà di educazione. Terrà in piedi normative inique e non si sognerà mai di cambiarle in meglio o in meno peggio, ma accanto a queste, eventualmente, ne porrà altre di segno opposto che intaccheranno sul piano pratico le prime e forse, ma lo sottolineiamo: forse, creeranno le condizioni per poi far implodere le suddette leggi ingiuste (è una mera previsione di uno scenario futuro, avulso da qualsivoglia giudizio di merito).

Insomma in merito alle tematiche eticamente sensibili in Italia, a differenza degli USA e nella migliore delle ipotesi, non avremo uno scenario dicotomico, ma compromissorio (all’italiana, appunto), non un aut aut bensì un et et.