“Taiwan, le azioni della Cina sono irresponsabili”
L’ambasciatore di Taiwan presso la Santa Sede, Matthew Lee, in questa intervista con la Bussola condanna a gran voce l’azione militare della Cina comunista. «È un tentativo unilaterale di creare una crisi». Lee ribadisce che la Repubblica di Cina (Taiwan) non fa parte della Repubblica Popolare Cinese e che Pechino non ha mai governato Taipei.
In un momento di molteplici crisi globali e di una guerra che sembra non avere fine in Ucraina, c’è ora l’escalation della tensione militare tra Cina e Taiwan, a seguito della recente visita della presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi.
Il gigante asiatico ha schierato aerei da combattimento, navi da guerra e missili balistici intorno a Taiwan: per alcuni, potrebbe sembrare un’avvisaglia di blocco e di invasione dell'isola. «In risposta all'esercitazione militare comunista, tutti i livelli di comando delle nostre truppe hanno intensificato il loro stato di allerta», ha confermato Matthew Lee (al centro nella foto), ambasciatore della Repubblica di Cina (Taiwan) presso la Santa Sede.
La Nuova Bussola Quotidiana ha parlato in esclusiva con il capo dell'unica missione diplomatica ufficiale che Taipei ha in Europa, che ha descritto la visita della delegazione del Congresso degli Stati Uniti come «di successo sotto ogni aspetto», nonostante l'escalation militare con Pechino. «Nel suo incontro con la presidente taiwanese, Tsai Ing-wen, (Nancy Pelosi) ha riaffermato il forte sostegno bipartisan dell'America a Taiwan e ha elogiato sia la nostra risposta alla pandemia che la nostra democrazia», ha affermato.
Non è il primo presidente della Camera dei Rappresentanti a visitare Taiwan: nel 1997, 25 anni fa, lo fece l'ultraconservatore Newt Leroy Gingritch, in un contesto globale molto diverso da quello attuale. Può spiegare la posizione di Taiwan sulla visita di Pelosi?
Solo quest'anno, sette senatori statunitensi e sette rappresentanti, tra cui la presidente della Camera Nancy Pelosi, si sono recati in visita a Taiwan. La visita di un presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti e le visite di funzionari e legislatori di governi stranieri sono comuni tra Paesi democratici. Tuttavia, il 4 agosto, la Cina ha lanciato più missili balistici nelle acque a Nord-Est e Sud-Ovest di Taiwan, minacciando la sicurezza nazionale, aumentando le tensioni regionali e colpendo il commercio e il traffico internazionale. Il Ministero degli Affari Esteri (MOFA) della Repubblica di Cina (Taiwan) condanna fermamente il governo cinese per aver copiato l'esempio della Corea del Nord testando deliberatamente missili in acque vicine ad altri Paesi e chiede alla Cina di esercitare l'autocontrollo. In quanto Paese democratico, abbiamo il diritto di fare amicizia sulla scena internazionale e difenderemo fermamente la nostra sovranità e sicurezza nazionale.
Ma la presenza di Nancy Pelosi a Taipei, nel contesto attuale, per alcuni è vista come una provocazione...
La manovra della Cina comunista di interpretare questa visita come una violazione della sua sovranità è lesiva per la pace e la stabilità dello Stretto di Taiwan, approfittando del pretesto per lanciare esercitazioni militari con armi reali, nel puerile tentativo di impedire che gli Stati Uniti possano partecipare a scambi con Taiwan, ed è ben lontana dal modo in cui una società civile dovrebbe comportarsi. Tale comportamento ha causato l'escalation delle tensioni nella regione e grande preoccupazione in tutta la comunità internazionale, in quanto si tratta di un tentativo unilaterale di creare una crisi, è una seria provocazione. La Repubblica di Cina (Taiwan) non fa parte della Repubblica popolare cinese e quest'ultima non ha mai governato Taiwan. Questo è un fatto storico riconosciuto dalla comunità internazionale e il popolo di Taiwan ha il diritto di fare amicizia in tutto il mondo, mentre la Repubblica popolare cinese non ha il diritto di interferire.
Qual è stata la reazione del governo Tsai Ing-wen al lancio dei missili?
La presidente Tsai Ing-wen si è rivolta al popolo di Taiwan il 4 agosto, dopo che la Cina ha lanciato missili nelle acque taiwanesi, sottolineando che la pace attraverso lo Stretto di Taiwan è una responsabilità condivisa nella regione. Il primo ministro Su Tseng-Chang ha riferito che i siti web di istituzioni pubbliche e private sono stati recentemente attaccati e ha denunciato la diffusione di notizie false con l'intenzione di turbare la pace del nostro popolo. Tuttavia, Taiwan sta facendo del suo meglio per restare aperta a un dialogo costruttivo.
Taipei ha alzato l’allerta e ha dispiegato pattuglie aeree e navali, attivando anche i suoi sistemi missilistici terrestri. C'è la possibilità di una risposta militare da Taiwan?
In qualità di partner responsabile nella comunità internazionale, Taiwan non provocherà né intraprenderà azioni avventate di fronte al comportamento irresponsabile della Repubblica Popolare Cinese, ma dobbiamo salvaguardare la nostra sovranità e sicurezza nazionale. Chiediamo alla comunità internazionale di condannare queste provocazioni militari che minacciano lo status quo e la sicurezza regionale. Chiediamo di lavorare con Taiwan per sostenere congiuntamente l'ordine internazionale basato su regole e su una regione indo-pacifica libera e aperta.
Cosa ne pensa della reazione internazionale?
Le esercitazioni militari della Repubblica Popolare Cinese, invadendo le rotte marittime internazionali e le acque giapponesi, sono azioni irresponsabili e hanno generato preoccupazione e denunce da parte dei governi di molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Giappone e Australia. Il MOFA fa eco alla dichiarazione dei ministri degli Esteri del G7 chiedendo calma, moderazione e trasparenza attraverso lo Stretto di Taiwan. Il MOFA ringrazia il G7 e l'Alto Rappresentante dell'Unione Europea per aver riaffermato il loro impegno a sostenere l'ordine internazionale basato su regole, nonché la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan. La visita di Nancy Pelosi non deve essere usata come pretesto per un'attività militare aggressiva nello Stretto di Taiwan, né per la coercizione economica.
Qual è il suo appello alla comunità internazionale?
La presidente Tsai ha invitato la comunità internazionale a sostenere la democrazia di Taiwan e ad unirsi per porre fine a queste azioni militari unilaterali e irrazionali. Ha aggiunto che, come abbiamo fatto in passato, Taiwan lavorerà con i suoi partner democratici per sostenere la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e nella regione indo-pacifica. Esortiamo la comunità internazionale a condannare la coercizione militare cinese e invitiamo tutti i Paesi a monitorare la sicurezza dello Stretto di Taiwan. Di fronte alla crescente minaccia militare che dobbiamo affrontare, Taiwan continuerà a salvaguardare la propria sovranità e sicurezza; quindi, invitiamo la comunità internazionale a sostenere la Taiwan democratica e a collaborare con noi per preservare l'ordine internazionale.