Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Guido Maria Conforti a cura di Ermes Dovico
Stati Uniti, pillole abortive: in Appello è vittoria pro vita
LA SENTENZA

Stati Uniti, pillole abortive: in Appello è vittoria pro vita

La Corte d’Appello per il Quinto Circuito boccia le pillole abortive via posta e l’ampia liberalizzazione del 2016. Sottolineato il gran numero di effetti avversi per le donne. Un verdetto che può divenire uno spartiacque per la difesa dei nascituri.


Pro-vita vs pillole abortive, si allarga il fronte anti-Fda
STATI UNITI

Pro-vita vs pillole abortive, si allarga il fronte anti-Fda

USA: dopo l’ulteriore liberalizzazione del mifepristone, 67 membri del Congresso e 22 Stati firmano memorie a sostegno della causa contro l'agenzia statunitense per i farmaci. Evidente la politicizzazione della Fda, che ignora sia i bambini nel grembo sia i maggiori rischi per le donne.


Ru486, donne che raccontano l’inferno. E come ne sono uscite
ABORTO

Ru486, donne che raccontano l’inferno. E come ne sono uscite

Dopo il ribaltamento della Roe v. Wade, l’industria abortista spinge sempre più sull’invio di pillole come la Ru486. I dati della FDA testimoniano il pericolo per le donne (almeno 20 morte dal 2000 al 2019). Chi c’è passata conferma: Krissy Spivey e Dora Esparza si raccontano al Christian Post, svelando i traumi fisici e psichici legati all’aborto con pillola. E come si sono tirate fuori dall’abisso.


Stop a Johnson&Johnson, altra crepa nel messianismo vaccinale
STATI UNITI

Stop a Johnson&Johnson, altra crepa nel messianismo vaccinale

La Food and Drug Administration, l’ente americano per i farmaci, ha deciso la sospensione del vaccino Johnson&Johnson. La causa: le reazioni gravi, legate a coaguli di sangue, manifestatesi entro due settimane dalla somministrazione in sei donne di età compresa tra i 18 e i 48 anni. In Europa, l’Ema temporeggia sul nesso causale, come aveva inizialmente fatto con AstraZeneca. La realtà è che per i vaccini anti-Covid in commercio sono stati “bruciati” i tempi. Serve una migliore farmacovigilanza. E dall’Università del Queensland arriva un monito rispetto alla strategia vaccinocentrica.