Magnificat, il Signore ama ciò che è nulla per elevarlo a sé
Dio salva nella Sua misericordia che significa domandargli perdono, lasciando che ci porti in braccio come pecorella smarrita. Egli ama gratuitamente, non in base a meriti. Così rivela chi predilige: coloro che sembra non abbiano scampo perché destinati al fallimento. Dobbiamo quindi ripetere con Maria che il Signore ha guardato l’umiltà della sua serva, la piccolezza, l’incapacità, perché è proprio allora che Dio ci salva elevandoci a lui.
Permettiamo così al Signore di donarci la vera gioia
Il nostro cuore è in attesa della salvezza, sappiamo che sta arrivando e non sarà il vaccino, perché è solo il Signore che consolerà i nostri cuori. La vera gioia è ormai alle porte della storia e coinvolgerà tutto e per sempre, quindi anche noi, i cuori spezzati, chi sente il peso del passato e del peccato. Purché saremo umili, sapendo cogliere i segni che ci dona il Signore. Fino a provocare ammirazione, lasciando chi ci guarda, stupiti dalla luce che emaniamo.
Il Dio uomo che attende di consolare l'uomo
Nella seconda domenica di Avvento la parola di Dio ci invita alla pace. È il Signore stesso che prorompe con il grido: “Consolate, consolate il mio popolo”. Non si tratta di una pace qualsiasi, ma di un dono di Dio che si realizza parlando al cuore dell'uomo. Il primo dono che precede la pace è la misericordia di Dio, il suo perdono. Se umilmente lo accoglieremo, se non aspetteremo la consolazione del mondo, ma "nuovi cieli e una nuova terra", saremo davvero nella pace.