Sulle donne soldato avete ragione
Sicuramente la donna può offrire
un contenuto di assoluto rispetto
in contesti quali la Polizia,
i Carabinieri e la Guardia di Finanza, ma molto meno nell'Esercito.
Parola di generale di brigata.
Caro Direttore,
non si può che concordare, da Vecchio Comandante, sui contenuti dell'articolo di Piero LaPorta, Donne soldato, l'illusione della aprità. Un commento suffragato da esperienze maturate in contesti internazionali dove la presenza della Donna Soldato è ben più antica rispetto a noi.
Sicuramente la donna può offrire un contenuto di assoluto rispetto in contesti quali la Polizia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza, ma molto meno nell'Esercito dove la contingenza dei compiti imporrà una soglia di limite oltre la quale la donna per costituzione fisica non potrà andare.
D'altronde lo stesso vertice militare ha ammesso questo gap a suo tempo, accettando di abbassare i limiti dei test fisici minimi per l'arruolamento. Una decisione demagogica per far contento il politico del momento forse nella speranza di qualcuno di poter "fare carriera". Nella fattispecie, infatti, o i limiti sono assolutamente ridondanti e quindi privi di contenuto per l'apirante militare di sesso maschile o la ragazza che aspira ad essere arruolata deve accettare a priori una sua posizione limitativa rispetto al collega maschio.
D'altronde da sempre la donna nello sport compete con altre donne e non esistono gare miste!
In questa ottica un'unica speranza, quella che non accada mai che in una pattuglia da combattimento "mista" sia compromessa la vita dei soldati qualora una soldatessa non riesca a superare per caratteristiche fisiche intrinseche ad esempio un guado od un ostacolo tatuarle rilevante, ma essenziale per la missione.
Sarebbe grave per il successo militare ma soprattutto per la sicurezza di tutti i componenti della pattuglia che potrebbe essere compromessa proprio dall'handicap femminile.
Forse chi a suo tempo ha fatto "buon viso e cattivo gioco" con un approccio pragmatico e demagogico dovrebbe sentirsi moralmente coinvolto.
Roma