Sudan: bimbi cristiani costretti a professare il corano
Forzati a professare la fede islamica in cambio di cibo. Così uno dei peggiori regimi islamisti discrimina i profughi cristiani, oltre a distruggere le loro chiese.
Sudan. Sono 700.000 i cristiani del Sudan del Sud fuggiti nel vicino Sudan dallo scoppio della guerra civile nel 2013. Quasi tutti vivono in campi profughi in condizioni abitative e sanitarie critiche. I funzionari del governo incaricati di assisterli sottraggono gran parte degli aiuti alimentari forniti dall’Acnur per rivenderli. Le razioni mensili distribuite alle famiglie bastano a stento per due settimane. Alle difficoltà materiali si aggiungono gli abusi e le discriminazioni che colpiscono i rifugiati in quanto cristiani. La fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre denuncia che i bambini cristiani sono persino costretti a recitare le preghiere islamiche per ricevere il cibo. Nessuna organizzazione legata alla Chiesa è ammessa nei campi. Il Sudan è governato da un regime islamista che perseguita e discrimina i cittadini di fede cristiana rendendone la vita sempre più difficile. Di recente il governo ha ordinato la demolizione di alcune chiese e da anni proibisce che ne vengano costruite di nuove. “La persecuzione anticristiana – dice il direttore di ACS-Italia Alessandro Monteduro – ha raggiunto livelli gravissimi. L’obiettivo è eliminare la presenza cristiana dal paese”. Il Sudan è quinto nell’elenco 2017 dei paesi in cui i cristiani sono più perseguitati, redatto da Open Doors.