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Le nuove norme

Stretta sulle apparizioni: solo il Papa decide se un evento è soprannaturale

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Nelle nuove norme presentate dal prefetto Fernández, c'è un maggiore accentramento su Roma del potere decisionale sull'autenticità delle presunte apparizioni. I vescovi potranno solo regolare culto e pastorale sulla base di sei criteri più o meno stringenti. 

Ecclesia 17_05_2024 English Español

«Le Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali che ora presentiamo non vogliono essere necessariamente un controllo né, ancor meno, un tentativo di spegnere lo Spirito». Questa è la premessa del cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, nel documento sulle apparizioni pubblicato e presentato oggi dalla Santa Sede.

Nonostante questa rassicurazione, l'intento di queste nuove linee-guida è chiaro e più avanti è lo stesso "Tucho" ad esplicitarlo: «Bisogna riconoscere che in alcuni casi di eventi di presunta origine soprannaturale si rilevano delle criticità molto serie a danno dei fedeli e in questi casi la Chiesa deve agire con tutta la sua sollecitudine pastorale». Questi fenomeni, fa notare il prefetto nel testo, in alcuni casi vengono utilizzati «per trarre lucro, potere, fama, notorietà sociale, interesse personale» o addirittura per «esercitare un dominio sulle persone o compiere abusi». Senza contare la «possibilità di errori dottrinali, di indebiti riduzionismi nella proposta del messaggio del Vangelo, la diffusione di uno spirito settario» nonché «la possibilità che i fedeli siano trascinati dietro a un evento, attribuito ad un’iniziativa divina, ma che è soltanto frutto della fantasia, del desiderio di novità, della mitomania o della tendenza alla falsificazione di qualcuno».

Le linee-guida sembrano suggerire un maggiore accentramento del potere decisionale sull'autenticità delle presunte apparizioni a Roma. La ratio dietro a questa centralizzazione è spiegata nell'introduzione: «Con lo sviluppo degli attuali mezzi di comunicazione e con l’incremento dei pellegrinaggi - si legge nel testo - questi fenomeni raggiungono dimensioni nazionali e persino mondiali, per cui una decisione relativa ad una Diocesi ha delle conseguenze anche altrove».

L'influenza dei mass media e la facilità negli spostamenti per i pellegrinaggi erano due fattori di cui si era tenuto conto già per le Norme del 1978. L'indagine resta prerogativa del vescovo diocesano ma nella fase conclusiva si specifica che «il dicastero potrebbe richiedere al vescovo diocesano ulteriori informazioni, oppure chiedere altri pareri, o procedere, in casi estremi, ad un nuovo esame del caso, distinto da quello realizzato dal vescovo diocesano». Dunque, «alla luce dell’esame svolto, procederà a confermare o meno la determinazione proposta dal vescovo diocesano». 

Il cardinale Fernández ha presentato dei casi estremi per giustificare la necessità dell'intervento da parte del dicastero che guida: «In un posto - ha detto il prefetto - un vescovo ha dichiarato un fenomeno non soprannaturale, dopo di lui è venuto un vescovo che ha autorizzato il culto, poi un altro vescovo ancora più entusiasta lo ha dichiarato soprannaturale».

Questi cambiamenti sull'evento in base alle posizioni dei diocesani in carica, secondo Tucho, comportano una perdita di credibilità. Da quest'osservazione la decisione del dicastero di preferire gli interventi prudenziali piuttosto che le dichiarazioni di soprannaturalità. Questa strada viene considerata migliore perché può essere definita con meno tempo e può orientare la decisione pastorale dei vescovi.

La dichiarazione di soprannaturalità di un'apparizione non viene esclusa del tutto ma lasciata solo al Papa. Un altro passo che sembra andare nella direzione di un modello di potere centralizzato, con un indebolimento del ruolo dei vescovi e delle Chiese locali. Il documento, infatti, riporta che «né il Vescovo diocesano, né le Conferenze episcopali, né il Dicastero, di norma, dichiareranno che questi fenomeni sono di origine soprannaturale, nemmeno nel caso in cui si conceda un Nihil obstat. Fermo restando che il Santo Padre può autorizzare ad intraprendere una procedura al riguardo».

La vera novità del documento sono le sei conclusioni a cui il discernimento dei presunti fenomeni soprannaturali potrà giungere. In conferenza stampa, il prefetto per la Dottrina della fede ha spiegato che si è arrivati a questa soluzione perché «guardando diversi casi riconosciamo situazioni diverse che si possono collocare in queste sei».

Sono il "Nihil obstat" con cui si riconoscono molti segni di un’azione dello Spirito Santo “in mezzo” - termine sottolineato dal cardinale in conferenza stampa - a una data esperienza spirituale. In questo caso c'è un incoraggiamento al consenso prudenziale, ma nessun fedele è obbligato a credere.

"Prae oculis habeatur"  dove si riconoscono «importanti segni positivi» ma al tempo stesso «si avvertono altresì alcuni elementi di confusione o possibili rischi».

"Curatur" dove gli elementi critici sono «diversi» o «significativi» ma si dà atto di «un’ampia diffusione del fenomeno e una presenza di frutti spirituali ad esso collegati e verificabili» sconsigliando divieti da parte del vescovo ma sconsigliando anche incoraggiamenti.

"Sub mandato", una categoria che comprende i casi in cui sono rilevate criticità legate non al fenomeno in sé «ma a una persona, a una famiglia o a un gruppo di persone che ne fanno un uso improprio».

Altre conclusioni dell'indagine sono il "Prohibetur et obstruatur" in cui il «dicastero chiede al vescovo diocesano di dichiarare pubblicamente che l’adesione a questo fenomeno non è consentita e di offrire contemporaneamente una catechesi che possa aiutare a comprendere le ragioni della decisione e a riorientare le legittime preoccupazioni spirituali di quella parte del Popolo di Dio». 

Infine la "Declaratio de non supernaturalitate" in cui il vescovo è autorizzato a dichiarare non soprannaturale un fenomeno, ad esempio nel caso di un presunto veggente che dichiara di aver mentito.

Il documento parla in generale, ma l'interesse dei media è soprattutto sulle ricadute nell'attualità. Per il cardinal Fernández «con queste norme sarà più facile andare avanti ed arrivare a una conclusione» su Međugorje. Nelle risposte date ai giornalisti in conferenza, il prefetto non è riuscito a trattenere un certo scetticismo, insistendo sui frutti positivi, ma facendo riferimento, dubbioso, a date e orari che la Madonna avrebbe dato al vescovo nelle presunte apparizioni. "Cose da vedere", ha detto il porporato argentino.

Per quanto riguarda le presunte apparizioni mariane a Trevignano, il prefetto ha rivelato come dietro la dichiarazione di non soprannaturalità decretata di recente dal vescovo di Civita Castellana, monsignor Marco Salvi, ci sia stato proprio l'intervento del dicastero da lui guidato. La scomunica è possibile, ha ammesso il cardinale.