Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico

LETTERE IN REDAZIONE

Stranieri e cittadini

"...Cittadina italiana sposata a un italiano, funzionaria UE, vivo a Bruxelles da 34 anni, i miei figli sono tutti nati in Belgio. mantengono la cittadinanza italiana, ma i loro figli saranno belgi". Un modello anche per l'Italia?


Caro direttore, 

vorrei aggiungere una precisazione a quanto scritto nell'articolo "Italiani si nasce, cittadini si diventa". Cittadina italiana sposata a un italiano, funzionaria UE, vivo a Bruxelles da 34 anni, i miei figli sono tutti nati in Belgio.

Essendo figli di italiani, sono italiani e hanno optato per il mantenimento della cittadinanza italiana (ossia, allo scadere dei 18 anni non hanno fatto richiesta della cittadinanza belga).

I loro figli, però, se nasceranno sul territorio belga, saranno belgi, non più italiani. Questo l'articolo non lo dice, e mi sembra importante: in effetti, è verissimo che noi gli abbiamo trasmesso lingua e usanze italiane (anche tramite la cucina, comunque molto apprezzata dai nostri amici belgi ed europei) ed è quindi giusto che siano italiani, ma è anche vero che vivono in Belgio e questo li ha comunque plasmati in un modo o nell'altro, e tanto più l'impatto sarà importante per i loro figli (nostri nipoti), in quanto i legami con la "madrepatria" andranno sempre più diluendosi e la loro vera patria sarà quella in cui sono nati.

Per quanto riguarda l'Italia, penso che occorrerebbe aspettare la terza generazione per dare d'ufficio la cittadinanza, la seconda è davvero ancora troppo appartenente all'identità dei genitori (prima generazione).
 
Grazie per il vostro bel giornale che leggo ogni giorno (anche se non per intero)
 
Marina Lotti Bramé