Strage di presepi, in Italia cresce l'odio anti-cristiano
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Da Torino a Trento, da Firenze al Molise, sono decine e decine i presepi che in queste settimane natalizie sono stati vandalizzati. Ecco alcuni esempi. Non si tratta di semplici ragazzate, sta crescendo un forte sentimento anti-cristiano di cui questi atti sono un sintomo.
Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, a completare i Presepi sono comparse le statue dei tre Re Magi: non in tutti, però, perché nei giorni precedenti in Italia molti sono stati vandalizzati, alcuni in maniera irreparabile.
In un quartiere di Torino, Madonna di Campagna, il Presepio collocato proprio di fronte al centro civico della Circoscrizione 5, di cui il quartiere fa parte, è stato distrutto. «Un ignobile gesto di vandalismo contro il presepe che rappresenta per i cristiani la rappresentazione plastica della nascita di Gesù», ha commentato amareggiato il presidente della circoscrizione, Enrico Crescimanno. A Roma, in zona Settecamini, nella notte tra il 29 e il 30 dicembre i vandali hanno preso di mira il Presepio costruito da alcuni cittadini. Hanno distrutto la faccia della Madonna, hanno rotto la mano di San Giuseppe, hanno strappato tutti gli addobbi e li hanno sparsi ovunque. A Brentonico, in provincia di Trento, poco prima di Natale il fuoco ha distrutto il Presepio della chiesa parrocchiale. La grotta, le statuine, le casette, tutto è bruciato e la chiesa è stata per alcuni giorni inagibile. Si era ipotizzato che potesse trattarsi di un incidente, ma il parroco, don Daniele Laghi, propende per un atto vandalico perché alcuni giorni prima qualcuno aveva già rotto diverse statuine.
Un atto vandalico è stato senza dubbio quello compiuto la notte di Capodanno contro il Presepio realizzato come ogni anno dai volontari a Campogalliano, provincia di Modena, nella piazza antistante la chiesa parrocchiale. Tutte le sagome e i manichini che rappresentavano i personaggi della Natività sono stati smontati, divelti e distrutti. Può essere stata opera di uno o più “balordi”, forse neanche motivati da odio religioso, o almeno così si spera, dicono gli abitanti del paese.
A Uboldo, in provincia di Varese, le telecamere hanno filmato le persone che la notte di Natale hanno preso di mira il Presepio eretto dalle Acli nella piazza principale. Il sindaco assicura che, non appena saranno identificate, verranno convocate e, nel caso si tratti di minori come si sospetta, dovranno presentarsi anche i loro genitori. Le statue sono state colpite con furia a calci, pugni e bastonate. Poi i vandali si sono sdraiati sulla culla vuota e l’hanno schiacciata. Castelfiorentino fa parte della città metropolitana di Firenze. Vi si allestisce ogni anno la Via dei Presepi: decine di installazioni artistiche e artigianali disseminate nel centro storico che si trova nella parte alta della città. In uno dei presepi otto statuette su dieci sono state decapitate, «una azione chirurgica sacrilega», come è stata definita. «La vicenda non può essere minimizzata come una ragazzata», ha dichiarato indignata il consigliere comunale Susi Giglioli, che ha aggiunto: «La realizzazione di un presepe, soprattutto per i ragazzi, è espressione di partecipazione e di condivisione di quei valori che sono alla base della nostra religione e delle nostre tradizioni. È un lavoro umano più che pecuniario, considerato che il costo dell’opera distrutta si quantifica in poco più di cento euro di materiali».
Altri ancora sono i presepi del tutto o in gran parte devastati in tutta la penisola. Tanti sono anche i casi in cui i vandali invece hanno infierito solo sulla statua di Gesù Bambino. A Chiauci, nel Molise, la notte di Capodanno qualcuno ha tolto la statua del Bambinello dalla culla del Presepio situato all’ingresso della chiesa del paese, Santa Maria delle Grazie, e l’ha mutilata. Sono stati segati il braccio e la testa, quest’ultima gettata chissà dove perché non è stata ritrovata. Chiauci ha solo 198 abitanti e tutti, profondamente scossi e offesi, si domandano chi possa aver compiuto un gesto simile. Anche a Monfalcone, in provincia di Gorizia, la vittima è stata Gesù Bambino. La notte di Capodanno la statua del presepio della centrale piazza della Repubblica è stata decapitata, fatta a pezzi e lasciata in quelle condizioni nella capanna. «Un atto di una gravità inaudita e di una viltà estrema», lo ha definito il sindaco, Anna Maria Cisint.
La stessa sorte è stata inflitta alla statua di Gesù Bambino del Presepio di piazza Martiri della Libertà di Gorla Maggiore, in provincia di Varese, dove i vandali hanno agito il 1° gennaio in pieno giorno e potrebbero essere stati ripresi dalle telecamere. Nella notte del 26 dicembre era toccato alla statua del Bambinello del Presepio di Muggiò, in Lombardia. Il parroco, don Maurizio Tremolada, ha indirizzato una toccante lettera aperta all’autore dell’atto vandalico in cui, tra l’altro, gli chiede scusa «perché non ti abbiamo educato a riconoscere nei segni religiosi l’espressione della nostra fede, e rompere la statua di Gesù Bambino fa male a me e a tutti i credenti che vedono in Lui l’amore che Dio continua a donarci e dona anche a te».
Il presepio di Castelleone, in provincia di Cremona, aveva subito danni già nel 2018. Quest’anno qualcuno ha preso e gettato via il Bambinello. La statua, ritrovata poco lontano, ha però potuto essere riparata ed è stata rimessa al suo posto. Anche a Salò, sulla sponda lombarda del lago di Garda, Gesù Bambino è stato rimosso. Poi l’hanno buttato in acqua, hanno sradicato la statua di San Giuseppe e l’hanno messa in piedi nella culla. Sono i vigili del fuoco volontari a fare il Presepio sul lungo lago, abbellendolo ogni anno e anche in questo caso degli atti vandalici erano già stati compiuti negli anni scorsi. «Si tratta ovviamente di un gesto – si legge nel comunicato diffuso dall’associazione dei vigili – che va oltre la normale comprensione di disagio sociale, di intolleranza verso altre forme di credo, ma che rientra a pieno titolo in un più ampio ventaglio di ignoranza e di strafottenza».
Almeno in un caso si è avuto un atto di pentimento. Nella notte di Capodanno la statua di Gesù Bambino era stata rubata dalla capanna della Natività allestita in piazza Umberto I a Orbassano, città piemontese situata nella prima cintura di Torino. «Un comportamento irresponsabile, superficiale e offensivo» aveva commentato il sindaco, Cinzia Maria Bosso, invitando i tre giovani autori del furto ripresi dalle telecamere, e che si spera di riuscire a identificare, a mettersi in contatto con la segreteria del sindaco o con la polizia municipale per evitare di aggravare la loro situazione. Uno dei tre si è ravveduto. Non si è presentato alle autorità, ma la mattina del 4 gennaio su un gradino della chiesa di San Giovanni Battista è stata trovata la statua di Gesù Bambino accompagnata da una lettera: «Chiedo scusa per lo stupido gesto. Vogliate riportarlo al suo posto. Grazie».
Attacchi ai presepi, una sfida alla nostra fede
Quali che siano i motivi prossimi che spingono tante persone a vandalizzare i presepi in tutta Italia, il significato più profondo di questa avversione è nel significato stesso del presepe: il Mistero dell'Incarnazione, che il mondo rifiuta. È una provocazione per la nostra fede, che ha bisogno di crescere in un rapporto più stretto con il Signore.
Il presepio secondo san Francesco
Una presenza viva per "rivedere" la scena di Betlemme, una celebrazione che invita alla conversione, il prolungamento della Santa Notte nella stabilità della vita. Così è stato il primo presepio creato a Greccio da San Francesco.
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Il presepio, segno per eccellenza del Natale
I pellegrinaggi sul luogo della nascita di Gesù sono testimoniati fin dai primissimi secoli e san Girolamo (V secolo) riporta addirittura la visione di una matrona che racconta la nascita del Figlio di Dio secondo i particolari che costituiscono il presepio moderno.