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Siracusa, luce e elevazione dell'uomo verso Dio

San Giovanni Paolo II papa consacrò solennemente il santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa nel novembre 1994. La Basilica minore nasce a seguito di un fatto prodigioso e al suo interno si riproduce la simbologia della tenda e del faro, simboli protettivi di Maria verso l'umanità 

Cultura 29_07_2017

“Le lacrime della Madonna appartengono all’ordine dei segni: esse testimoniano la presenza della Madre nella Chiesa e nel mondo. Piange una madre quando vede i suoi figli minacciati da qualche male, spirituale o fisico”. Con queste parole il santo Padre Giovanni Paolo II consacrò solennemente il santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa. Era il novembre 1994 e la costruzione del grande tempio si era da poco conclusa. Per conoscerne la genesi occorre tornare indietro di qualche decennio: accadde, infatti, nel 1953, in questa splendida città siciliana, un evento prodigioso che produsse immediatamente una vasta eco in Italia e nel mondo. In casa di una giovane coppia di sposi, in attesa del loro primo figlio, un quadretto di gesso raffigurante il cuore immacolato di Maria cominciò a lacrimare mentre, contemporaneamente, la giovane puerpera guariva da un grave disturbo alla vista causatole dalla gravidanza. Il prodigio, accertato dalla diocesi e inspiegabile per la scienza, fu proclamato miracoloso: di conseguenza, accorrendo in loco moltitudini di fedeli sempre più numerose, si decise di procedere con l’erezione di un santuario che doveva risultare grandioso.

Fu indetto un concorso internazionale che vide vincitori due architetti francesi, Michel Andrault e Pierre Parat. Il concetto che le maestranze d’oltralpe vollero strutturalmente suggerire fu l’elevazione dell’umanità verso Dio, qui rappresentato dall’intensità della luce. La particolarità della forma dell’edificio può ispirare però altre e diverse interpretazioni: la chiesa può apparire quale faro, come Maria che illumina il nostro cammino, quale tenda dove trovare riparo, o una Sua lacrima che scende dall’alto.

La chiesa è costituita da una cripta e da un unico ambiente superiore dalla forma circolare, il cui pavimento è decorato da marmi policromi che intersecandosi riproducono una stella, quella del Mattino, la Vergine che annuncia la nascita del sole, Gesù.

L’altare maggiore è il punto in cui converge istintivamente lo sguardo di chiunque varchi il portone d’ingresso. Sono due corpi di forma quadrata, sovrapposti. La base in bronzo, composta da quattro pannelli su cui compaiono immagini dell’Apocalisse, è sormontata dalla mensa in pietra di Modica, sul cui bordo, in lingua greca, è incisa la frase paolina “Cristo ha amato la chiesa e ha dato Se stesso per lei”.  Sulla parete retrostante, in una preziosa teca, è custodita l’icona miracolosa mentre un raffinato reliquiario, su cui vegliano i quattro simulacri di Lucia e Marziano, rispettivamente patrona e primo vescovo di Siracusa, e di Pietro e Paolo, conserva la fiala con le lacrime della Vergine.

Una statua di Maria in bronzo dorato è posta sul punto più alto del Santuario: le Sue braccia  sono protese verso l’ingresso, ad accogliere tutti coloro che da Lei cercano protezione e conforto.

Fu Giovanni Paolo II ad elevare la Madonna delle Lacrime alla dignità di basilica minore.