Sinodalità, tutti ne parlano e nessuno ne sa
Dall'assise in corso trapela l'esigenza di una "conversione sinodale". In cosa consista è un altro paio di maniche.
Manca poco più di una settimana al termine della Seconda Sessione della XVI Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che dal 2021 a oggi è incentrato sul tema della sinodalità.
Di cosa parlano i padri (e i laici) sinodali? Lo status quaestionis appare nebuloso, stando al resoconto di Angela Ambrogetti su Acistampa: «Si parla di comunione e ricerca del consenso, ma non si sa su cosa». È sintomatica l'indicazione dei vescovi brasiliani, «non molto originale del resto: serve una conversione sinodale. Un cambiamento sia pastorale che spirituale e strutturale. Ma non è chiaro di cosa si tratti in concreto. Ogni relatore ripete che la cosa più significativa del Sinodo è l'ascolto e la conversazione nello Spirito Santo». E ancora: «Si dibatte tra la Chiesa come "corpo" o come "comunione" e intanto al Popolo di Dio non si dice molto. Tranne che deve partecipare sinodalmente. Ma a cosa? Ai consigli pastorali, ai sinodi, alle conferenze episcopali? Se e discute. E mentre si discute le chiese si svuotano e la gente perde fiducia».
Parafrasando una nota sentenza: «sinodalità, sinodalità: qualcosa resterà...»