Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Guido Maria Conforti a cura di Ermes Dovico
LA DECISIONE DELLA CDF

Signora di tutti i Popoli: no alle apparizioni, sì al culto

Le presunte apparizioni di Amsterdam, approvate dal vescovo nel 2002, non sono riconosciute dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, né lo sono i messaggi. È però consentita la venerazione pubblica, ossia divulgare il titolo di Signora di tutti i Popoli, l'immagine e la preghiera (modificata). Questa l’essenza del chiarimento emanato dalla Diocesi di Haarlem in accordo con la CDF, al termine di un caso sorto la scorsa estate.

Ecclesia 04_01_2021

«La devozione a Maria come Signora e Madre di tutti i Popoli è buona e preziosa, ma deve rimanere separata dai messaggi e dalle apparizioni. Questi non sono riconosciuti dalla Congregazione per la Dottrina della Fede». Inizia così la spiegazione pastorale del vescovo di Haarlem-Amsterdam, Johannes Hendriks, pubblicata il 30 dicembre 2020 sul sito della diocesi da lui retta. Monsignor Hendriks spiega che questa «è l’essenza del chiarimento che è stato formulato in accordo con la Congregazione» dopo i colloqui avuti con la stessa CDF «in relazione alle notizie e alle domande apparse recentemente sulla stampa». Nello specifico il benestare alla devozione implica, insieme al titolo, anche questa importante possibilità: «L’uso dell’immagine e della preghiera - sempre nella forma approvata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2005 - è permesso».

A quattro mesi di distanza da quando il caso era sorto (vedi qui), arriva dunque a una soluzione la vicenda che riguarda le presunte apparizioni di Amsterdam (1945-1959). Per come si erano messe le cose, i devoti possono vedere il bicchiere mezzo pieno. È vero che la CDF stronca il riconoscimento delle apparizioni fatto nel 2002 dall’allora vescovo Joseph Marianus Punt, ma allo stesso tempo si ribadisce che la venerazione pubblica di Maria quale Signora di tutti i Popoli (il suo titolo, l’immagine e la preghiera) è consentita: non si tratta di un fatto da poco, in quanto proprio le sorprese degli ultimi mesi andavano nel senso - stante il richiamo da parte di Roma della Notificazione del 1974 - di vietare o quantomeno sconsigliare la venerazione.

Le dichiarazioni pubblicate da Hendriks il 30 dicembre sono due: oltre alla già citata spiegazione pastorale, c’è anche una nota di chiarimento in cui il vescovo, sempre e specificamente «in accordo» con la CDF, dichiara tra l’altro che «l’uso del titolo Signora di tutti i popoli per Maria è di per sé teologicamente lecito». A sostegno di questa fondatezza viene citata la Fratelli tutti di papa Francesco nella parte in cui l’enciclica ricorda la maternità universale della Madonna e dunque il cammino di fraternità a cui è chiamato il cristiano. La nota afferma quindi: «La preghiera con Maria e per intercessione di Maria, Madre dei nostri popoli, serve alla crescita di un mondo più unito, in cui tutti si riconoscono come fratelli e sorelle, creati tutti a immagine di Dio, nostro Padre comune».

Fatte queste premesse, il chiarimento emanato dal vescovo Hendriks prosegue spiegando che il riconoscimento del titolo «non può inten­dersi come un riconosci­mento nemmeno implicito della soprannaturalità di alcuni feno­meni, nell’ambito dei quali esso pare essere sorto. In questo senso, la Congregazione per la Dottrina della Fede ribadisce la validità del giudizio negativo sulla soprannaturalità delle presunte “apparizioni e rivelazioni” alla Sig.ra Ida Peerdeman, giudizio approvato da San Paolo VI il 05/04/1974 e pubblicato in data 25/05/1974 [data della Notificazione, ndr]. Questo giudizio implica che tutti sono invitati a cessare qualsiasi divulgazione riguardante pretese apparizioni e rivelazioni della Signora di tutti i popoli».

Si configura quindi una situazione simile ad altre presunte mariofanie, poiché da un lato si permette il culto, ma dall’altro non si approvano le apparizioni: Amsterdam mantiene comunque una sua peculiarità, perché qui è arrivata a intervenire la CDF, perché c’è stato il riconoscimento del vescovo (nel 2002) e ancora perché si è tornati in qualche modo alla situazione del 1996, quando fu autorizzata la venerazione pubblica. Ci si è tornati - va inteso - con le dovute differenze, in quanto quell’autorizzazione fu preceduta da una serie di sviluppi positivi.

A proposito del «giudizio negativo» dell’ex Sant’Uffizio «che è stato confermato da Papa Paolo VI» nel ’74, monsignor Hendriks, nella sua spiegazione pastorale, scrive: «Questo fatto sarà una novità per molti. Infatti, nel 2002, quando il vescovo Punt ha preso posizione sull’autenticità delle apparizioni, si conosceva solo una notificazione del 1974», la cui previa approvazione da parte di Paolo VI non era esplicitata nel medesimo documento.

Hendriks si è detto consapevole della sofferenza che tale giudizio sulle apparizioni può causare a molti fedeli convinti della loro veridicità. «A tutti loro vorrei dire che posso capire la loro delusione. Le apparizioni e i messaggi hanno ispirato molti. Spero sia una consolazione per loro sapere che la devozione a Maria con il titolo di “Signora di tutti i Popoli” può continuare, sia nella cappella di Amsterdam sia nelle Giornate di preghiera, alle quali io stesso ho partecipato più volte in passato. Questo è il giudizio della Chiesa a cui dobbiamo obbedire nella fiducia che il Signore guida la sua Chiesa e non l’abbandona […]».

In definitiva, la Diocesi di Haarlem - come la Famiglia di Maria - conferma la linea dell’obbedienza. Non è una novità, poiché l’obbedienza è stata un tratto costante dei principali soggetti (a partire dalla presunta veggente fino ai vescovi) che hanno sostenuto l’autenticità delle apparizioni. Ad oggi queste non sono riconosciute dalla Santa Sede.

Allo stesso tempo va chiarito che il «giudizio negativo» di cui Roma parla oggi - per mezzo della dichiarazione concordata apparsa sul sito della Diocesi di Haarlem - in riferimento alla Notificazione del 1974 si basa pur sempre su un giudizio di «non constat»: quello è scritto nella Notificazione. Ciò significa che la CDF - il cui giudizio prendeva (e prende) le mosse da quello emesso a livello diocesano negli anni Cinquanta, a presunto ciclo mariano ancora in corso - non ha constatato elementi di soprannaturalità nelle supposte apparizioni, dunque certamente non ha detto che siano vere, ma nemmeno ne ha dichiarato esplicitamente la falsità (come sarebbe avvenuto con la formula «constat de non supernaturalitate»). Nulla esclude che in futuro possano esserci nuovi sviluppi/frutti e che la stessa CDF possa decidere di riesaminare il caso.

Intanto, si è in una sorta di terra di mezzo: i fedeli sanno che le apparizioni e i relativi messaggi non sono approvati da Roma, e a ciò bisogna attenersi; ma allo stesso tempo sanno che il titolo, l’immagine e la preghiera - già modificata secondo le indicazioni di Roma del 2005/2006 - sono consentiti.

Proprio quest’ultimo permesso è un’opportunità che può essere colta da tutti i fedeli, vista l’importanza e la bellezza della suddetta preghiera che appare particolarmente indicata per i tempi attuali. Attraverso di essa si chiede infatti al Signore Gesù, Figlio del Padre, di mandare «ora» lo Spirito Santo per preservare tutti i popoli «dalla corruzione, dalle calamità, dalla guerra». Lo si chiede per intercessione della Signora di tutti i Popoli. Questo titolo, lo si è visto, è riconosciuto in tutta la sua dignità e consistenza teologica dalla Chiesa universale. E quando anche tutti i popoli, passando presumibilmente da una tribolazione, arriveranno a riconoscere veramente la Santa Vergine come loro Signora non sarà forse un segno del trionfo del Cuore Immacolato di Maria preparato dall’eternità? Dunque, è ora - magari ogni giorno - di recitarla.