Sì, la Chiesa va riformata ma non secondo il mondo
La Santa Chiesa cattolica, apostolica e romana ha sempre vissuto una continua conversione alla Verità unica , nonché la ricerca di perfezione nel viverla e nel farla vivere ai suoi membri. La nostra Santa Chiesa ne ha viste di tutti i colori e oggi è sfidata dalla globalizzazione che vuole uniformare culture e valori morali.
La Santa Chiesa cattolica, apostolica e romana ha sempre vissuto una continua conversione alla Verità unica , nonché la ricerca di perfezione nel viverla e nel farla vivere ai suoi membri. La nostra Santa Chiesa ne ha viste di tutti i colori, dalle eresie, al protestantesimo, all’illuminismo, ecc. Ha una esperienza unica nella capacità di affrontare la necessità di reagire e riformare. Oggi sta vivendo la fase conseguente alla globalizzazione che vuole omogeneizzazione delle culture e dei valori morali.
E naturalmente questa “globalizzazione”, attraverso i suoi sacerdoti, minaccia reazioni e conflitti se la Chiesa non relativizzasse i suoi dogmi, il suo magistero, la sua pastorale . Addirittura, questi grandi sacerdoti tecnocratici spiegano alla Chiesa cosa deve fare. Ma non solo, essi illustrano persino quello che la Chiesa sta già facendo su loro suggerimento e per il suo bene. Naturalmente a modo loro: spiegano che la Chiesa finalmente ha smesso di far proselitismo, che lascia le coscienze libere di decidere cosa è bene o male, spiegano che si è aperta al mondo perché finalmente tollera il peccato (perché ha scoperto che non è peccato) e i disordini ( perché non sono disordini), ecc. Naturalmente, indicano quei membri che resistono come nemici della Chiesa, nemici dell’umanità, malfattori che son sostenuti da lobby e da voluttà di potere. Naturalmente, indicano nella “tradizione” ciò che non capisce le regole del mondo, ciò che blocca il necessario rinnovamento, che confonde la verità. E così via.
È “vero” quello che sostennero illustri teologi (progressisti) alla conclusione del Concilio Vaticano II: l’umanità evolve, le leggi naturali evolvono, la società cambia, cambiano i valori, i comportamenti . Proclamarono: basta staticità teologica, dottrinale e (naturalmente ) pastorale. Gridarono: la Chiesa deve aprirsi! Esatto, la Chiesa deve aprirsi alla comprensione del dramma che l’uomo di questo secolo sta vivendo, deve capire cosa, come e perché ha corrotto ancor più l’uomo in questi ultimi tempi. Deve aprirsi e capire chi l’ha corrotto. Deve aprirsi e capire le conseguenze di questa corruzione. Deve aprirsi e intendere il suo ( della Chiesa) nuovo ruolo in questa situazione. Deve riformarsi. Certo, la Chiesa sempre deve riformarsi. Deve tornare solo a Cristo («O Dio o niente», come spiega il cardinale Sarah), deve tornare senza paura a predicare il Vangelo, a formare le coscienze , a far pregare, a fare magistero, a riconfermare i sacramenti (come insegna papa Francesco in Lumen Fidei).
Poiché in gioco c’è la vita eterna di questa povera umanità, la Chiesa deve tornare a fare solo Autorità Morale (non autorità socio-economica), riformandosi, correggendo chi non è d’accordo a destra e a manca. E poiché lo stato attuale è quello di decristianizzazione, perdita di fede , perdita di valori, nichilismo diffuso, tiepidezza apostolica, il mondo è senza luce e ha assoluto bisogno riferimenti di valori veri e forti. Le leggi naturali si sono evolute? I comportamenti delle società sono cambiati? I valori sono cambiati? Si, è vero, sono cambiati, ma in peggio, un drammatico peggio e l’intera umanità ne risente.
Pertanto, è vero: basta staticità teologica, dottrinale e pastorale. La Chiesa si deve evolvere verso l’affermazione chiara dei dogmi, ma soprattutto della loro applicazione pastorale, con vera misericordia assoluta. Si pensi che quello che farà e dirà la Chiesa oggi è fondamentale per la vita eterna del gregge e dei pastori. É vero, la Chiesa si deve aprire, deve riformarsi. Deve aprire e riformarsi alla tradizione della Verità.