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Si dimette un vescovo molto "liberal", anche sugli abusi

Rinuncia anticipata del presule ultraprogressista: ammette responsabilità nella cattiva gestione di abusi nella sua diocesi, ma poi propone la solita "terapia" sinodale.

Borgo Pio 27_03_2023
bode

Sabato 25 marzo la Sala Stampa vaticana ha comunicato la rinuncia di mons. Franz-Josef Bode, vescovo di Osnabrück, in Bassa Sassonia, un presule già noto per varie prese di posizione all'insegna di "la Chiesa deve cambiare", sintetizzate la scorsa settimana da Informazione cattolica.

Il presule era alla guida della diocesi da ben 28 anni, ma si tratta di una rinuncia anticipata poiché ne mancavano ancora 3 all'età canonica dei 75. Una decisione maturata da mesi, spiega lo stesso mons. Bode nel comunicato apparso sul sito diocesano, non solo per i problemi di salute accennati alla fine, ma innanzitutto per l'ammissione di responsabilità sulla cattiva gestione degli abusi, che gli è divenuta chiara specialmente dopo il rapporto sulla situazione nella sua diocesi. «Per molto tempo io stesso ho pensato più agli autori e all'istituzione che ai soggetti colpiti», scrive il presule. «Ho giudicato male i casi, spesso ho agito con esitazione e preso alcune decisioni sbagliate». Mons. Bode, che chiede perdono a tutte le vittime di abusi e da settembre ha adottato specifiche misure «ormai così avanzate nell'attuazione che possono fare il loro corso e avere effetto anche senza il mio servizio alla guida di questa diocesi».

Mons. Bode non fa sconti a sé stesso, ma poi ripropone la consueta "terapia" sinodale. La seconda parte del comunicato vanta "le magnifiche sorti e progressive" della «V Assemblea sinodale di due settimane fa»,  «alla ricerca di risposte ai problemi sistemici della nostra Chiesa che possono incoraggiare gli abusi». E naturalmente, «il compito ora è consolidare il principio di sinodalità nella nostra Chiesa».  Uno slogan ormai considerato nell'Urbe e nell'Orbe come la panacea di tutti i mali – ma forse foriero di altri o quantomeno fonte di crescente confusione.