Sfida alla libertà
«Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Mc 10,2-9
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Mc 10,2-9
Come si fa a dire ‘ancora’ queste cose? In un mondo dove il divorzio è tranquillamente legalizzato, in una società in cui i rapporti tra moglie e marito sono così fragili, di fronte a una legislazione di matrimonio che riconosce ogni tipo di unione, questa pagina del Vangelo di Gesù si pone come un muro o come una cosa assurda. Vale ancora la pena credere alle parole di Gesù? Vale la pena provarci? Gesù assicura una garanzia di pienezza di umano, una certezza di libertà autentica, una speranza di felicità più piena. Da quale strada, da quale amore, da quale casa derivano all’uomo e alla donna la verità e la felicità del loro essere personale, della loro unità reale? La promessa di Gesù è una sfida alla nostra libertà che domanda un amore vero.