Sequestrati monsignor Shao e quattro sacerdoti dalla polizia in Cina
In due diversi momenti sono stati sequestrati in Cina per sottoporli a indottrinamento monsignor Shao Zhumin, vescovo di Wenshou, e quattro sacerdoti della diocesi di Zhangjiakou
La mattina del 9 novembre in Cina monsignor Shao Zhumin, vescovo di Wenshou, è stato sequestrato dalla polizia. Subirà un “periodo di vacanza”, come lo chiama la polizia, di 10-15 giorni, in realtà un periodo di isolamento, indottrinamento e interrogatori. Monsignor Shao è riconosciuto dalla Santa Sede, ma non dal governo, la sua è una Chiesa sotterranea. Negli ultimi due anni è stato arrestato cinque volte: l’ultima, nel 2017, è rimasto in carcere per sette mesi. La Cina pretende la registrazione dei sacerdoti e l’adesione alla Associazione patriottica. Monsignor Shao rifiuta richiamandosi alla Lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI che giudica lo statitp dell’Associazione patriottica “inconciliabile con la dottrina cattolica”. Dall’accordo tra Vaticano e Cina sulle nomine dei vescovi, l’Associazione patriottica e il Fronte unito obbligano i sacerdoti sotterranei ad aderire all’Associazione. Il 5 ottobre quattro sacerdoti della Chiesa sotterranea della diocesi di Zhangjiakou, nell’Henei, erano stati sequestrati dalla polizia politica per aver rifiutato di iscriversi all’Associazione patriottica. Sono stati fermati nelle rispettive chiese e portati da qualche parte, forse un albergo, anche loro per essere indottrinati. L’Associazione patriottica ha come scopo di formare una Chiesa indipendente dalla Santa Sede. Nell’Hebi e nell’Henan aumentano le comunità sotterranee soppresse. Croci e decorazioni sacre vengono distrutte. Il 1° novembre sono state divelte e distrutte la croce del campanile e le guglie della chiesa di Shangcai che è stata singillata ed è quindi inutilizzabile.