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A MILANO E TRIESTE

Sentinelle in piazza: cresce il pericolo per la libertà

Il Comune di Milano accetta che una bimba sia trascritta all'anagrafe come figlia di due uomini: domani le Sentinelle in Piedi veglieranno affinché non sia «certificata una menzogna, poiché nessuno nasce da due padri». Intanto una svedese viene linciata perché a disagio nel fare la doccia in palestra con un trans, mentre in Australia gli Lgbt fanno chiudere una rivista.

Libertà religiosa 23_11_2018

Sabato 24 novembre a Milano le Sentinelle in Piedi si ritrovano nuovamente a vegliare in Piazza San Carlo alle ore 17 rivolgendosi a Beppe Sala, sindaco della città, dopo che la giunta comunale si è spaccata in due (la maggioranza, parte del Pd e della lista di Sala contro il resto della Sinistra) a seguito di una sentenza del Tribunale di Milano.

All’inizio di novembre i giudici meneghini hanno infatti stabilito che sul certificato di nascita della figlia di Gianni Toffanelli, concepita quattro anni fa in California con l’ovocita e l’utero di una donna pagata, venisse trascritto non solo il suo nome ma anche quello del compagno Andrea Simone. In questo modo la legge dà spazio su un documento di identità a ciò che nella realtà non esiste, stabilendo che il desiderio è più forte della verità. Così, dopo il conflitto in Consiglio comunale, Sala ha permesso la trascrizione nel registro dell’anagrafe.

Tutto ciò è avvenuto ovviamente con la motivazione del “superiore interesse della minore”, sancendo quindi che le norme da seguire per fare l’interesse di ogni uomo non sono più i disegni ordinati della natura, bensì la volontà del più forte. Perciò le Sentinelle spiegano di rivolgersi «al primo cittadino chiedendo che non venga certificata una menzogna, poiché nessuno nasce da due padri» e poiché tale atteggiamento avalla «la pratica dell’utero in affitto che priva un bambino della sua mamma e rende le donne schiave».

Ma non è finita, perché il clima in cui le Sentinelle veglieranno, distribuendo volanti ai passanti, è dei più spaventosi per la libertà di espressione, motivo per cui nacquero nel 2013, denunciando il rischio di perdere il diritto di manifestare un pensiero diverso da quello in voga. Negli anni la cronaca ha dato loro ragione, mostrando il totalitarismo dell’ideologia Lgbt che si sta diffondendo in tutto il mondo sviluppato e che chiede la completa adesione di ogni uomo, pena la persecuzione.

Basti pensare che sempre questo mese si è chiusa la vicenda giudiziaria cominciata nel 2016 per cui Birgitte, giovane Norvegese di Stavanger, si è presa dell’omofoba dai media del suo paese, dovendo lasciare il lavoro per il carico emotivo subito. Quale la colpa della ragazza? Birgitte, a disagio per la presenza di un uomo negli spogliatoi femminili della palestra che frequentava, gli aveva chiesto se non avesse sbagliato doccia, ma l’uomo aveva risposto di essere una donna, dato che in Svezia il dato sessuale sul certificato d’identità necessità appena della volontà del soggetto, senza bisogno di alcun intervento di rimozione dei genitali. In seguito l’uomo l’aveva denunciata per molestie e discriminazione. Erano seguiti articoli e commenti che davano a Birgitte dell’intollerante. Ad ottobre il tribunale l’ha assolta, ma il trans continuerà a fare la doccia insieme alle altre donne. Non importa se la maggioranza di queste hanno espresso il proprio disagio, che riportato dalla giornalista Kajsa Ekman, le è costato la partecipazione ad una conferenza sulla pornografia.

Ugualmente il 17 novembre la rivista australiana White Magazine, una delle più importanti del paese e del settore matrimoniale, annuncia la propria chiusura al pubblico: «Dodici anni fa abbiamo creato White Magazine per raccontare il matrimonio in modo diverso. Allora l’industria del matrimonio era un luogo piuttosto squallido. Più che celebrare l’amore e l’impegno, commercializzava le nozze…L’anno scorso la legge australiana è cambiata per consentire alle coppie dello stesso sesso di sposarsi…alcuni hanno preteso ciecamente che noi ci schierassimo da una parte…È partita una campagna contro la rivista, il nostro team e i nostri inserzionisti. Anche alcune coppie raccontate dal nostro magazine sono state fatte oggetto di abusi online…Il risultato è che diversi investitori hanno ritirato le loro sponsorizzazioni…Siamo stati costretti ad accettare il fatto che White Magazine non è più sostenibile economicamente…Speriamo che un giorno non lontano la nostra società impari ad accettare le differenze tra le persone e i diversi punti di vista».

È così che in nome della tolleranza di ogni stile di vita e di pensiero la minoranza che pensa ancora che la legge naturale abbia una sua importanza viene privata di ogni rispetto. «Sappiamo - continuano le Sentinelle - che il Pensiero Unico da decenni sta lavorando perché questa menzogna venga imposta, prima culturalmente, poi attraverso sentenze, infine attraverso le leggi. Per questo noi scendiamo in piazza, per dire che in questa città c’è ancora chi si oppone a questa menzogna» e perché «cosa diremo a questi bambini fra qualche anno, quando cresciuti verranno a chiederci perché abbiamo lasciato che venissero strappati alla mamma e venduti come oggetti?». Consapevoli, come ripetono da sempre, che alla verità per non morire basta uno sparuto gruppo di persone che tenga il suo lumicino acceso non permettendo alla fiamma di spegnersi. Affinché, presto o tardi, possa riprendere fuoco.

Per questo domani le Sentinelle veglieranno anche a Trieste, in piazza Sant'Antonio Nuovo alle ore 16, mentre sabato scorso sono scese in piazza a Como