Scuole francesi post Covid: segnalare i figli dei "complottisti"
Le linee guida per gli insegnanti francesi dopo il lockdown chiedono di «identificare i cambiamenti nel comportamento degli studenti causato dalle influenze familiari» legate alle «teorie del complotto» sul coronavirus. Si stigmatizza chi è "religioso" o chi crede che «occorre tornare a credere in Dio». Se il rischio di «aberrazione settaria» viene rilevato, i bambini vanno segnalati alle autorità competenti e inviati dagli psicologi senza il consenso dei genitori.
Che per gli Stati occidentali la famiglia fosse da guardare con sospetto lo abbiamo raccontato in ogni modo: si pensi alle leggi canadesi che danno diritti a bambini non ancora in grado di esercitarli per paura che la famiglia li cresca in contrasto con quella che oggi è ritenuta l’unica visione accettabile del mondo (ateismo, ideologia gender, islamismo etc.). Oppure si guardi alle norme inglesi e di alcuni Stati Usa che sottraggono i figli alle famiglie contrarie alla visione degli psicologi scolastici per cui i loro figli andrebbero sottoposti ai bombardamenti ormonali così da apparire del sesso opposto…
Lo stesso terrore sta emergendo ora che i bambini hanno passato due mesi nelle loro case, sottratti all’influenza dello Stato. A dimostrarlo è il ritorno a scuola degli alunni francesi. Il governo ha infatti pubblicato due documenti guida per insegnanti (resi noti da Lifesitenews) che fanno rabbrividire per quanto questa impostazione che vede l’individuo non come essere relazionale ma come monade sia illiberale e spaventosa.
Le prime linee guida intitolate “COVID-19 e il rischio della devianza settaria” cominciano letteralmente così: «L'eccezionale situazione che stiamo attraversando e lo sfruttamento delle paure e della sofferenza che essa genera, sono favorevoli ai rischi di aberrazioni settarie e al rafforzamento dell'adesione dei loro seguaci». Per questo motivo in un secondo documento ("Ascoltare la voce degli studenti di ritorno dall'isolamento da COVID 19") si legge che occorre «identificare i cambiamenti nel comportamento degli studenti che potrebbe essere causato dalle influenze familiari o esterne». Ovviamente cosa si intende per «cambiamenti di comportamento» non si dice, ma nel primo documento si chiarisce che bisogna «rendere gli studenti consapevoli dei rischi di discorsi pericolosi che forniscono falsi rimedi e consigli dannosi relativi al COVID-19». Anche in questo caso non viene chiarito cosa siano i “falsi rimedi”: potrebbe trattarsi dell’uso di medicinali come l'idrossiclorochina che associata agli antibiotici è stata usata in Belgio con risultati positivi ma che è stigmatizzata dalla Francia? Potrebbero essere la somministrazione di vitamine o la difesa del sistema immunitario attraverso lo sport o l'esposizione al sole? Non c'è risposta a queste domande né a quella su quale sia il «pensiero critico» a cui educare gli studenti per «combattere meglio la disinformazione, le notizie false, le voci e le teorie del complotto».
Fin qui solo tanta ideologia, che vede come pericolosa la famiglia appunto. Ma di questo già avevamo parlato. La novità invece sta in queste righe successive, che dimostrano come il coronavirus venga utilizzato per imporre con la forza un pensiero unico. Così si mette nero su bianco che gli insegnanti devono cercare di identificare «lo sfruttamento della pandemia da parte di gruppi settari», in nome del fatto che «durante il periodo della crisi sanitaria, i bambini sono esposti a discorsi che provocano ansia, in particolare quando i loro genitori si uniscono ad un gruppo settario».
Ma cosa intendono le autorità francesi con "gruppi settari"? Secondo le linee guida sarebbero coloro che pensano che il virus sia «una "punizione inviata da Dio”» o addirittura coloro che vedono il «tornare a credere (in Dio, ndr) come l'unica soluzione», come pensano tanti cristiani riguardo a molti problemi che affliggono l'Occidente. I quali, che abbiano ragione o meno nel pensarlo, hanno tutto il diritto di crederlo e di esprimersi al riguardo di fronte ai propri figli. Invece, si legge ancora, occorre «prestare attenzione agli alunni i cui tutori legali, seguaci di determinate ideologie o credenze, sono riluttanti o contrari alle raccomandazioni formulate dal settore della salute pubblica». Anche le «teorie cospirazioniste» sono da stigmatizare «aggiunte ad informazioni» che mirano «alla perdita di controllo dell'opinione pubblica». Quali sarebbero esattamente queste teorie non è dato saperlo, ma è chiaro che ogni devianza dal parere istituzionale non è ammessa.
Ecco infatti cosa avviene una volta scoperto che la famiglia del bambino è in disaccordo con la propaganda globale o con i provvedimenti presi dal governo statale. Il secondo documento lo spiega: «Al fine di oggettivare una situazione, specialmente quando si riferisce a credenze o pratiche religiose, è importante raccogliere elementi fattuali sulla base di domande». Se il rischio di «aberrazione settaria» viene poi rilevato «tutto il personale è tenuto ad avvisare i servizi competenti, con l'obiettivo di salvaguardare l'integrità fisica e morale del minore. Per ogni situazione, il responsabile accademico della prevenzione dei fenomeni settari nell'ambiente scolastico deve essere sistematicamente informato». Infine, nel caso sia ritenuto necessario, «possono essere offerti incontri» ai bambini «con infermieri, assistenti sociali, psicologi…». Tutto ciò ovviamente senza che sia richiesto il consenso dei genitori né che essi vengano informati.
Come queste linee guida vadano interpretate ed utilizzate non viene chiarito fin nei dettagli (anche se si capisce bene cosa si intenda per “settario” o a cosa ci si riferisca parlando di comportamenti avversi a quelli imposti dallo Stato), il che fa ben capire l’ampia discrezionalità lasciata agli “esperti” scolastici (tutti funzionari statali) nel ripulire le menti dei bambini plagiati dalle loro famiglie sovversive e settarie.