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Global warming

Scenari apocalittici

Una nuova ricerca rivede al rialzo il numero delle persone che nei prossimi anni saranno vittime del cambiamento climatico, sempre che la congettura della sua origine antropica si riveli vera

Svipop 14_11_2019

Quasi ogni giorno in qualche parte del mondo qualcuno pubblica una ricerca apocalittica sul futuro del pianeta partendo dalla congettura che la temperatura della Terra stia aumentando per cause antropiche. Benjamin Strauss e Scott Kulp, dell’organizzazione non governativa Climate Central,  sono gli autori di uno studio secondo il quale l’innalzamento del livello dei mari avrà conseguenze peggiori non perché sono in atto cambiamenti nei livelli marini più rapidi del previsto, ma perché le stime delle persone che vivono in terre al livello del mare vanno rivedute al rialzo. Alcuni paesi ricchi, ad esempio gli Stati Uniti, hanno applicato metodi di misurazione accurati, ma la maggior parte dei paesi non lo ha fatto. Nuovi conteggi rivelano un numero di persone a rischio molto più elevato di quanto si pensasse. La stima è di 110 milioni di persone che vivono sotto il livello dell’alta marea, contro i 28 milioni calcolati in precedenza, e 250 milioni di persone che potrebbero essere vittime di una alluvione particolarmente grave, contro i 65 milioni finora stimati. Anche nell’ipotesi di un cambiamento climatico e di un conseguente aumento del livello dei mari molto modesti, vale a dire un aumento della temperatura contenuto entro 2 gradi centigradi, le persone residenti sotto il livello dell’alta marea salirebbero a 150 milioni nel 2050 e a 190 milioni nel 2100. Nella peggiore delle ipotesi, ovvero un aumento di 3,6 gradi, diventerebbero 340 milioni, senza contare quelle che potrebbero essere colpite da inondazioni e fenomeni estremi. Ma la temperatura della Terra, concludono gli autori dello studio, è destinata a superare di molto i 2 gradi e quindi gli scenari futuri sono terribili. “Stiamo parlando di centinaia di milioni di persone colpite dagli effetti del cambiamento climatico – conferma Stéphane Hallegatte, una economista della Banca mondiale che studia il cambiamento climatico e l’esposizione ai disastri – in termini di stime globali, penso che l’analisi di Strauss e Kulp dimostri in maniera convincente che la situazione è probabilmente ancora peggiore di quanto non mostrassero studi precedenti”. Non tutti sono d’accordo però sull’effettiva attendibilità delle nuove stime e più ancora sulla previsione data per certa di un aumento della temperatura di origine antropica, inarrestabile a meno di adottare provvedimenti drastici di contenimento. Secondo Athanasios Vafeidis, ad esempio, un esperto in livelli del mare dell’università tedesca di Kiev, lo studio non prende in considerazione importanti fattori quali lo sviluppo e l’adattamento socioeconomico e i processi fisici sono rappresentati in modo molto semplicistico”.