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LIBRI

Scampato a Pannella. Oggi uomo libero

Vent'anni coi radicali, da protagonista. Poi l'ex tesoriere si converte, inizia a vederci chiaro e finisce alla gogna. Oggi racconta la sua fuga dall'ideologia anti-umana che ha cambiato in peggio il nostro paese.

Politica 08_12_2012
DaniloQuinto

“Con quale faccia di bronzo un ladro che si è appropriato indebitamente di soldi non suoi e che, abbandonando un Partito, ha anche abbandonato quei principi e valori laici in cui asseriva di credere a prescindere da qualsivoglia tessera (passando nel frattempo nelle file cielline e clericali), dovrebbe essere credibile nel momento in cui si cimenta a delegittimare un personaggio della statura di Marco Pannella?”. Così hanno scritto i fratelli massoni di sinistra del mio libro. Forse sono stati un po' disturbati dal fatto che racconto, in modo documentato, oltre che dei rapporti di Emma Bonino con il Gruppo Bildeberg e con George Soros, che finanzia le campagne radicali e presta denaro alla Lista Pannella, anche quelli di Pannella con Licio Gelli e del Maestro del Grande Oriente che anticipa, con le sue dichiarazioni, i comunicati dei radicali sull'ICI alla Chiesa.

Certo, nel libro descrivo anche la vicenda della condanna definitiva che ho subito, a seguito di una denuncia dei radicali per appropriazione indebita, avvenuta dopo l'apertura di una causa di lavoro nella quale chiedevo l'affermazione dei miei diritti: i contributi pensionistici, la liquidazione di fine rapporto, il mancato riconoscimento del ruolo dirigenziale e del lavoro subordinato. Dieci mesi, con pena sospesa e non menzione in un tempo record di quattro anni. Senza l'indulto, ora sarei in galera o ai servizi sociali. Come ha scritto Stefano Lorenzetto sul Giornale - per quell'intervista, Pannella ha accusato per Radio Radicale, Feltri, che subito dopo, guarda un po' il caso, ha aderito alla campagna pro-eutanasia - “un vero cretino, questo Quinto, che dal 1995 al 2005 ha procurato al partito finanziamenti per ben 45 milioni di euro, ne ha maneggiati 19.651.357 di entrate e 20.976.086 di uscite, eppure si sarebbe degnato di mettersi in tasca solo un misero 0,32% di questo fiume di denaro, cioè 206.089,23 euro”. Denaro che faceva parte del mio stipendio, sul quale ho persino pagato le tasse.

Dopo vent'anni di onesto lavoro, Pannella mi definisce pubblicamente “impostore, millantatore, estorsore, dedito ad attività truffaldina”, ma non ho acquistato gioielli o immobili al Colosseo, né ho giocato ai videopoker o ho comprato lauree all'estero. Non possiedo una casa, né una macchina, non ho un conto corrente, sono rimasto senza lavoro per tre anni, i miei ex amici sono anche intervenuti per impedirmi di acquisire lavori successivi alle mie dimissioni, avvenute nel 2005, vivo ora di lavori precari, insufficienti a garantire la sopravvivenza della mua famiglia.

È proprio questo che a Pannella ha dato molto fastidio. Un punto centrale del libro è la mia conversione. Grazie a mia moglie, strumento dell'amore di Dio nei miei confronti, ho scoperto la bellezza di un'altra realtà: quella della fede. Mi sono reso libero da quel mondo che per vent'anni avevo vissuto, non da vittima, ma da protagonista. Mi considero per questo un grande peccatore, che ha alimentato l'opera di devastazione che Pannella ha compiuto sull'identità cristiana di questo Paese. Ha confuso la libertà col desiderio. Ha portato l'Italia a non distinguere più il bene dal male. Ha distrutto milioni di vite umane con l'ideologia abortista. Per questa ragione combatte la Chiesa. Nella sua intelligenza luciferina, sa che gli sopravviverà.

Descrivo la realtà radicale per quello che è. Racconto le “tecniche” radicali, che hanno consentito, in questi decenni, la costruzione di una “rete” impressionante di relazioni “alla bisogna”: giornalisti, intellettuali, uomini e donne dello spettacolo, politici. Perfino esponenti della Chiesa, che partecipano alle iniziative dei radicali o definiscono Pannella un “profeta”, come Gianni Baget Bozzo, pace all'anima sua, ebbe a dire una volta. Pannella, in quella che chiama la sua “religiosità laica”, ritiene necessario richiamarsi costantemente alla dottrina cattolica, al Papa, alla citazione delle Sacre Scritture. Non è necessario che sia io a descrivere Pannella come diavolo. Ci pensa già lui. Basta chiedersi chi è quell'essere, quella realtà spirituale e personale che vuole far credere che il male sia bene e che vuole imitare Dio. Pannella fa proprio questo. Seduce anche decine e decine i parlamentari cattolici che firmano appelli a favore di Radio Radicale, che riceve dallo Stato ogni anno 10 milioni di euro per la trasmissione delle sedute parlamentari (attività che potrebbe essere svolta gratis dalla Rai), fino ad arrivare a Gaetano Quagliariello, il co-presidente dei senatori del PDL, che sostiene che quel danaro a Pannella viene dato “per farlo divertire”. Alle elargizioni dei Governi si destra e sinistra per i radicali, si aggiungono gli importi per la legge dell'editoria, le quote di finanziamento pubblico per la loro lista, il danaro proveniente all'accordo elettorale con il PD, le indennità e le pensioni che i radicali ricevono da ex parlamentari e alle quali non rinunciano. Alla faccia della loro battaglia contro il finanziamento pubblico.

Uno dei capitoli finali del libro documenta la denuncia che presentai alla Procura della Repubblica di Roma, allo stesso giudice che poco tempo dopo mi avrebbe rinviato a giudizio: si dimostrava come nel '99 parte di quel denaro pubblico per Radio Radicale fu utilizzata a fini privatistici, per il finanziamento della campagna elettorale. Denuncia archiviata e interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio che descriveva il fatto alla quale non si diede mai risposta.

Ringrazio tutti coloro che stanno contribuendo al successo del mio libro. Ringrazio Monsignor Luigi Negri, che ha voluto onorarmi della sua prefazione e che è stato duramente attaccato dal leader radicale per questo. Non ho raccontato solo la mia storia personale, quella di un`anima che, attraverso la sofferenza e affidandosi alla bontà di Dio, ha imparato a pregare, insieme a suo figlio che ora ha otto anni, anche per i suoi nemici. Ho voluto svelare le connivenze, le ambiguità e delle mistificazioni, che hanno consentito per decenni ad un'ideologia anti-umana, come quella radicale, di spadroneggiare e di proporsi come alternativa all'umanesimo cristiano.

In molti mi dicono che ho avuto coraggio. Non credo si tratti di questo. Si tratta di amore per la verità e per la libertà, che è l'essenza di essere cristiani. Si tratta soprattutto del mio tentativo di conquistarmi il Paradiso o di fare, se non ci riuscirò, meno tempo di Purgatorio possibile.

 

Da servo di Pannella a figlio libero di Dio, 208 pagg., Fede & Cultura, € 18.