Santi Quattro Coronati
Gli scalpellini Semproniano, Claudio, Nicostrato e Castorio, detti i Santi Quattro Coronati (†304), subirono il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano, dopo essersi rifiutati, in ragione della loro fede in Gesù Cristo, di scolpire una statua della divinità pagana Esculapio
Memori dell’esempio di san Pietro e degli apostoli di fronte al sinedrio, sapevano di dover obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, a partire innanzitutto dall’esercizio della loro professione. Fu così che gli scalpellini Semproniano, Claudio, Nicostrato e Castorio, detti i Santi Quattro Coronati (†304), subirono il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano. Da tempi antichissimi sono venerati dalla Chiesa cattolica, che insieme a loro nel Martirologio Romano ricorda un quinto martire e compagno di lavoro, Simplicio, giustiziato dopo averne recuperato le spoglie. Secondo la tradizione riferita nel Sacramentario Gregoriano, i quattro praticavano la religione cristiana clandestinamente.
Vivevano nell’antica città romana di Sirmio, in Pannonia, e qui Diocleziano si rivolse a loro perché scolpissero una statua della divinità pagana Esculapio. I quattro avevano già realizzato per l’imperatore altre opere di carattere puramente decorativo ed erano per questo apprezzati. Ma si rifiutarono di realizzare l’immagine di un idolo come Esculapio e confessarono di essere cristiani. Vennero fatti flagellare dal tribuno militare Lampedio. Poi, al loro rifiuto di rinnegare Gesù Cristo, furono rinchiusi in casse di piombo e gettati nelle acque di un fiume. Ai martiri di Sirmio fu presto dedicata la chiesa romana dei Santi Quattro Coronati (nella foto), attestata nei documenti a partire dal VI secolo ma esistente probabilmente già dal IV. In seguito, la chiesa divenne sede dell’omonimo titolo cardinalizio e poi fu elevata a basilica da san Leone IV (†855).
Patroni di: scalpellini, scultori, muratori