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Santa Giuliana di Nicomedia

Santa Giuliana subì il martirio durante la Grande persecuzione (303-305) ordinata dall’imperatore Diocleziano, che nell’inasprire le misure contro i cristiani fu probabilmente influenzato dal suo cesare Galerio

Santo del giorno 16_02_2020 English Español

Santa Giuliana (c. 285-305) proveniva da Nicomedia, la stessa città che Diocleziano, augusto d’Oriente mentre l’amico Massimiano governava sull’Occidente, aveva stabilito come sua capitale. Subì il martirio proprio durante la Grande persecuzione (303-305) ordinata dall’imperatore, che nell’inasprire le misure contro i cristiani fu probabilmente influenzato dal suo cesare Galerio, il quale cambiò rotta cinque giorni prima di morire, concedendo la libertà di culto con l’editto del 30 aprile 311.

La memoria di santa Giuliana era già inserita nel Martirologio Geronimiano, redatto da un autore anonimo del V secolo e così chiamato perché originariamente attribuito a san Girolamo. Secondo un’antica Passio inclusa nel martirologio compilato da san Beda il Venerabile (673-735), Giuliana era figlia di un funzionario pagano di nome Africano che l’aveva promessa in sposa a Eleusio, un uomo vicino all’imperatore e anche lui pagano, quando era ancora una bambina. Crescendo, la fanciulla si rese conto della vacuità del paganesimo, si fece battezzare in segreto e quando arrivò il tempo fissato per il matrimonio si rifiutò di sposare Eleusio. Un’altra fonte riporta che Giuliana gli disse che l’avrebbe sposato solo se si fosse convertito al cristianesimo. In ogni caso, nulla fece vacillare la saldezza della sua fede. Fu quindi denunciata come cristiana, sottoposta a torture e infine decapitata.

La tradizione riferisce che una nobile trasportò poi le sue spoglie in Italia. La santa fu sepolta a Cuma e le sue reliquie, poi sparse in altri luoghi della cristianità, divennero oggetto di venerazione. Il suo culto fu particolarmente popolare durante il Medioevo, soprattutto in Campania e nei Paesi Bassi.

Patrona di: partorienti, ammalati