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Santa Caterina di Svezia

Invocata per la protezione da aborti volontari o spontanei, Caterina era la quarta degli otto figli di santa Brigida, la grande mistica svedese e compatrona d’Europa. Insieme a Caterina da Siena si adoperò per sostenere la legittimità di Urbano VI e la necessità che la sede del papato rimanesse a Roma

Santo del giorno 24_03_2023 English Español

Quarta degli otto figli di santa Brigida, la grande mistica svedese e compatrona d’Europa, santa Caterina di Svezia (c. 1331-1381) condivise la stessa tensione alle virtù cristiane che illuminò tutta la vita della madre e, come lei, ricevette rivelazioni celesti. Intorno ai sette anni fu affidata a un monastero per la sua formazione e presto maturò il desiderio di dedicarsi ai beni di Dio. In obbedienza al padre, verso i 13 anni sposò il nobile Edgard van Kyren, anche lui animato da una fede genuina. Caterina convinse il marito a imitarla nella professione del voto di verginità e i due coniugi si fortificarono a vicenda, cercando la perfezione cristiana e impegnandosi in opere di carità. Nel 1350, mentre si trovava con la madre a Roma in occasione del Giubileo, fu raggiunta dalla notizia della morte del giovane e amato marito.

Alla bella Caterina non mancarono gli aspiranti alla sua mano, ma lei declinò ogni altra proposta di matrimonio e iniziò a vivere costantemente con Brigida (rimasta a sua volta vedova sei anni prima), accompagnandola in numerosi pellegrinaggi durante i quali affrontarono vari pericoli, da cui si tramanda che furono sempre salvate grazie a interventi soprannaturali. Caterina passava fino a quattro ore al giorno in preghiera e contemplazione, meditando spesso sulle sofferenze di Cristo, oggetto costante della pietà della stessa Brigida, celebre per le Orazioni sulla Passione insegnatele da Gesù. Poco tempo dopo il ritorno da un pellegrinaggio in Terrasanta, assistette la madre sul letto di morte, avvenuta a Roma il 23 luglio 1373. L’anno successivo, per rispettarne la volontà, riportò la sua salma in Svezia e la seppellì al monastero di Vadstena, che era stato fondato proprio da Brigida.

La santa favorì il consolidamento dell’Ordine del Santissimo Salvatore, le cui suore vennero presto chiamate “brigidine” in onore della fondatrice. Nel 1375 si recò nuovamente a Roma per partecipare al processo di canonizzazione della madre (che sarà proclamata santa dieci anni dopo la morte della figlia) e tre anni più tardi ottenne da Urbano VI l’approvazione della Regola brigidina. A Roma strinse una grande amicizia con santa Caterina da Siena e con lei si adoperò per sostenere la legittimità di Urbano VI e la necessità che la sede del papato rimanesse nell’Urbe (fatto per il quale si era già spesa la madre, che al riguardo aveva ricevuto rivelazioni dalla Madonna). Ciò avvenne nel drammatico contesto dello Scisma d’Occidente, iniziato nel 1378 a causa dello strappo di alcuni cardinali francesi, che avevano rinnegato Urbano VI ed eletto l’antipapa Clemente VII, esponente della fronda avignonese.

Caterina si ammalò poco dopo il definitivo ritorno in Svezia e morì a Vadstena, dove intanto era divenuta badessa, nel 1481. Scrisse un’opera intitolata Consolazione dell’Anima, ricca di citazioni delle Sacre Scritture e di antichi testi cristiani. È spesso raffigurata in compagnia di un cervo, perché si tramanda che l’animale arrivò in suo soccorso preservandola da giovani malintenzionati. Un dipinto, custodito in una cappella a lei dedicata in Piazza Farnese, raffigura un miracolo attribuitole dalla tradizione e cioè il salvataggio di Roma dalla piena del Tevere.

Patrona di: invocata per la protezione da aborti volontari o spontanei