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Contro natura

San Tommaso e l'omosessualità

Per Tommaso l'omosessualità «ripugna allo stesso ordine naturale e fisiologico dell'atto venereo [...] e questo si chiama peccato, o vizio contro natura»

Gender Watch 27_08_2025

Cosa diceva Tommaso d’Aquino sull’omosessualità? Ecco alcune sue riflessioni: l’omosessualità, come altri peccati contro natura, «ripugna allo stesso ordine naturale e fisiologico dell'atto venereo proprio della specie umana: e questo si chiama peccato, o vizio contro natura» (II-II, q. 154, a. 1 c.). È contro natura per due motivi. In primo luogo perché contraddice l’orientamento naturale che conduce la persona ad essere attratta dal sesso differente. In secondo luogo perché usa le facoltà genitali rendendo impossibile la copula e quindi la procreazione.

Sempre Tommaso aggiunge: «Perciò nei peccati contro natura, nei quali si viola codesto ordine, si fa ingiuria a Dio stesso, ordinatore della natura. Scrive quindi S. Agostino: ‘I peccati contro natura quali quelli dei Sodomiti, son sempre degni di detestazione e di castigo: e anche se fossero commessi da tutte le genti, queste sarebbero ree di uno stesso crimine di fronte alla legge di Dio, la quale non ammette che gli uomini si trattino in quel modo. Così infatti viene violato il vincolo di familiarità che deve esistere tra noi e Dio, profanando con la perversità della libidine la natura di cui egli è l'autore’» (Ib. a. 12, ad 1).

Nel Commento del libro del profeta Isaia, Tommaso torna sul tema della sodomia: «Ciò che è incompatibile in modo assoluto con il fine è del tutto contro natura e non può mai essere una buona cosa come il peccato di sodomia» (c. 4, l. 1).