Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

San Teofilo di Antiochia

Era stato educato nel paganesimo, ma la lettura approfondita delle Sacre Scritture favorì la sua conversione. Diede un grande contributo all’apologetica. Il suo secondo libro "Ad Autolico" è il più antico scritto a noi giunto in cui compare il termine Trinità.

Santo del giorno 13_10_2024 English Español

San Teofilo di Antiochia (c. 120-185) era stato educato nel paganesimo, ma la lettura approfondita delle Sacre Scritture ne favorì la conversione. Diede un grande contributo all’apologetica cristiana. Dei suoi numerosi scritti, di cui riferiscono Eusebio di Cesarea e san Girolamo (quest’ultimo ne inserì la biografia nel suo De viris illustribus), ci sono pervenuti i tre libri Ad Autolico. Questi sono dedicati a un amico pagano che denigrava la fede cristiana e al quale il santo spiegò come Dio fosse conoscibile con la ragione a partire dalle cose create: «Come l’anima dell’uomo non è visibile, sottraendosi alla vista umana, ma viene percepita osservando i movimenti del corpo, così neppure Dio può essere visto con gli occhi umani, ma lo si scorge e lo si comprende attraverso la sua Provvidenza e le sue opere».

Dallo stile originale e ricco di similitudini, Teofilo argomenta bene come il radicamento del peccato nel cuore impedisca di comprendere Dio: «L’uomo deve mantenere l’anima pura come uno specchio terso. Quando la ruggine si posa su uno specchio, in esso non si può rispecchiare l’immagine dell’uomo; così, quando il peccato si radica nell’animo dell’uomo, egli non può avere la visione di Dio». Il secondo libro dedicato all’amico Autolico è il più antico scritto a noi giunto in cui compare il termine Trinità, che Teofilo definisce «Dio, il Verbo suo e la Sapienza» e ne vede un’immagine già nel racconto sui primi tre giorni della Creazione. Alcune sue intuizioni sul mistero trinitario furono poi riprese e sviluppate da altri autori cristiani, mentre altre (più approssimative) non ebbero seguito.

Nel 169 divenne vescovo di Antiochia, la cui Chiesa era stata fondata da san Pietro. Fu zelante nel combattere le eresie. Eusebio ci informa che san Teofilo scrisse un trattato contro l’eresia di Ermogene e «un’opera egregia» contro Marcione, un eretico che elaborò una dottrina con la quale pretendeva di eliminare tutto l’Antico Testamento e di tagliare i moltissimi brani del Nuovo comprovanti il legame tra i due testamenti e che, perciò, non si confacevano alle sue idee. Un’eresia che nei secoli ha subito più mutazioni, senza mai scomparire.