San Giovanni Leonardi e l'influsso per la Propaganda Fide
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San Giovanni Leonardi ha redatto nel 1608 quel documento che passerà alla storia come il Memoriale a Paolo V, tappa fondamentale per poter costuire successivamente la Congregazione de Propaganda Fide.
Un pioniere, un futurista, così potrebbe definirsi, in poche parole, san Giovanni Leonardi, fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, del quale oggi ricorre la memoria liturgica.
Un uomo che guardava al futuro della Chiesa e della sua missione evangelizzatrice, un uomo di Dio alla ricerca di continue invenzioni e nuovi modi di recare l’Annuncio del Vangelo al mondo. Fuoco missionario e zelo apostolico, queste le colonne del suo ministero sacerdotale. Eppure, san Giovanni Leonardi non abbandonò mai l’Italia, ma leggendo i suoi scritti sembra che il suo cuore abbia viaggiato chissà per quanti chilometri, solcando oceani per raggiungere il maggior numero di persone. Guardando alla sua vita non può non venire in mente il passo evangelico di san Matteo: «Quello che io vi dico nel buio, voi ripetetelo alla luce del giorno; quello che ascoltate sottovoce, gridatelo dai tetti» (Mt,10, 27).
San Giovanni Leonardi si è mosso proprio su questa linea: il Vangelo va proclamato e va gridato anche sui tetti se serve, per poter far in modo di raggiungere tutti, ma soprattutto toccare i cuori di molte persone, appartenenti a tutti i continenti del globo terrestre. E proprio ai diversi continenti ha immaginato quando - assieme a monsignor Juan Bautista Vives e Martìn de Funes - ha redatto nel 1608 quel documento che passerà alla storia come il Memoriale a Paolo V, tappa fondamentale per poter costuire successivamente la Congregazione de Propaganda Fide.
Il seme di questa importante istituzione vaticana va cercato in quel Memoriale che i tre consegnarono a papa Paolo V. Il documento era molto chiaro: per san Giovanni Leonardi, Juan Bautista Vives e Martìn de Funes, la crisi missionaria era frutto della mancanza nella Chiesa di un clero sufficientamente preparato a svolgere un’autentica opera di evangelizzazione. Nel documento si legge: «Quasi tutte le pecore di Cristo dell’Asia, dell’Africa, della maggior parte dell’Europa e dell’America periscono nella loro infedeltà perché non hanno pastori che le cerchino e le conducano alla Chiesa». Prima della missione, dunque, per il Memoriale è importante formare i sacerdoti.
Da questo punto possiamo comprendere quanto sia stato importante per la Chiesa intera l’influsso di san Giovanni Leonardi: tale visione si potrebbe definire - vista l’epoca in cui opera il santo - più che innovativa.
La struttura del documento e le tematiche affrontate sono varie e tutte di primaria importanza per il fine che si prefigge il Memoriale. Il documento è composto da dodici capitoli e tre sono le parti nelle quali è possibile suddividerlo. La prima, costituita dal primo capitolo, traccia a grandi linee lo stato della fede cattolica in tutto il mondo allora conosciuto, passando in rassegna le necessità spirituali e corporali in cui vivono i popoli della terra: mancano gli uomini apostolici capaci di affrontare i disagi e i rischi della predicazione.
Inoltre, viene sottolineato nel documento che molti sono i sacerdoti abbandonati a sé stessi, senza una reale guida e un appoggio concreto al loro ministero sacerdotale. La seconda parte è custodita nel secondo capitolo: mette in luce le cause interne alla Chiesa della crisi missionaria e, in particolare, l’inadeguatezza del clero secolare e religioso a svolgere un’autentica opera di evangelizzazione. La terza parte - che abbraccia i rimanenti dieci capitoli - espone in modo organico la soluzione dell'intero problema missionario. Infine, vi è un'appendice nella quale i tre autori rispondono a ventiquattro obiezioni di natura giuridica, economica, politica ed organizzativa mosse dal generale della Compagnia di Gesù all'istituzione proposta a Paolo V.
L’attenzione del santo si concentra soprattutto nella ricerca di pastori che veramente possano dedicare la loro esistenza al loro ministero, secondo il cuore di Cristo. Guarda con un particolare sguardo ai seminari, la fucina dei futuri sacerdoti. Si legge, infatti: «Purtroppo ancora oggi si deve registrare come questi seminari siano a volte notevolmente scaduti o per l'insufficienza di aiuti economici o per la deplorevole trascuratezza di alcuni vescovi».
Non possono esserci buone missioni se mancano buoni sacerdoti, questa la sintesi. Il significato storico della proposta è soprattutto l'invito a Paolo V di rilanciare le missioni universali, di recuperarne la direzione, di restituire ad esse il carattere spirituale. Per questi motivi i tre autori del documento chiedono al pontefice di istituire una congregazione di preti secolari sottomessa all'autorità dello stesso pontefice.
Il collegio dei preti secolari per la «conversione degli infedeli dell'universo orbe» vedrà una prima sede nella casa del Vives del 1610, seme del successivo Collegio Urbano. Da quest’ultimo, diciassette anni dopo, nell’agosto 1627, grazie alla Bolla Immortalis Dei Filius di papa Urbano VIII si avrà il Collegio de Propaganda Fide. San Giovanni Leonardi, morto il 9 ottobre del 1609, potrà vedere dal Paradiso i frutti della sua opera.