San Gilberto di Sempringham
Fu il fondatore dell’unico ordine religioso interamente inglese e sostenne moralmente la causa di san Tommaso Becket. L’Ordine gilbertino, che alla sua morte contava quasi duemila religiosi, cessò di esistere nel 1538, nell’ambito della dissoluzione dei monasteri imposta da Enrico VIII
San Gilberto di Sempringham (c. 1083-1189), fondatore dell’unico ordine religioso interamente inglese, era figlio di un ricco signore feudale d’origine normanna, che si era stabilito in Inghilterra in conseguenza della vittoriosa campagna militare e dell’ascesa al trono di Guglielmo il Conquistatore. Anziché avviare il figlio alla carriera da cavaliere, il padre preferì mandarlo a studiare teologia a Parigi, dove visse diversi anni lavorando poi come insegnante. Al ritorno in patria, Gilberto fondò una scuola, distribuì tra i poveri le rendite delle proprietà che gli erano state consegnate dal padre e si mise al servizio del vescovo di Lincoln, Robert Bloet, dal quale ricevette la tonsura e gli ordini minori. Fu poi ordinato sacerdote dal nuovo vescovo Alessandro, che lo nominò penitenziere della diocesi e gli offrì la carica di arcidiacono (la figura che si occupava dell’amministrazione diocesana), da lui rifiutata.
Alla morte del padre tornò nella natìa Sempringham, dove verso il 1130 fondò un monastero per religiose di stretta clausura e ispirato alla regola cistercense, primo nucleo dell’Ordine Gilbertino. In seguito decise di aggregare alla comunità sorelle laiche, che assistevano le monache e desideravano un abito e una regola di vita, e fratelli laici, che lavoravano i campi. Poiché il progetto si espanse rapidamente, il santo si recò nel 1147 nell’Europa continentale per chiedere l’aiuto dei cistercensi e alla fine fu il papa in persona, Eugenio III, già cistercense, a interessarsi della questione, chiedendo a san Bernardo di Chiaravalle di assistere Gilberto nella redazione degli statuti del nuovo Ordine. Il santo poté così tornare in Inghilterra l’anno successivo, istituendo anche il ramo maschile, cui diede una variante della Regola di sant’Agostino.
Gilberto sostenne moralmente la causa di san Tommaso Becket nella controversia con il re Enrico II, rischiando l’esilio, che evitò per un intervento dello stesso sovrano. Nominò come suo successore alla guida dell’Ordine il discepolo Ruggero, ed egli stesso vi fece la professione religiosa, trascorrendo gli ultimi anni della sua vita ultracentenaria tra diverse infermità e ormai quasi cieco, ma sempre nella salda fede in Dio. L’Ordine gilbertino, che alla morte del suo fondatore contava in totale quasi duemila religiosi, cessò di esistere nel 1538, nell’ambito della dissoluzione dei monasteri imposta dal re dello scisma anglicano, Enrico VIII.