San Gennaro, carne e sangue di una fede concreta
Il Cattolicesimo è carne e sangue. Diffidate sempre di coloro che riducono il Cattolicesimo ad un vago spiritualismo. La vera comprensione si risveglia spesso ad un livello ancestrale, pre verbale. Essa, come per San Gennaro, ha qualcosa di carnale ma senza essere peccaminosa.
Il Cattolicesimo è carne e sangue. Diffidate sempre di coloro che riducono il Cattolicesimo ad un vago spiritualismo, accodandosi a credenze varie che fioriscono ad oriente. Il Cattolicesimo non odia la materia, ma la subordina. Il Cattolicesimo non odia il sesso, ma lo subordina. Subordinare vuol dire mettere sotto un ordine superiore, che è quello divino.
Pensando a San Gennaro, questo vescovo vissuto nel III secolo, mi viene proprio a pensare a questo Cattolicesimo di carne e sangue. Per il sangue non è difficile capire il perché, trattandosi di San Gennaro di cui i devoti aspettano lo scioglimento del sangue come buon auspicio. La carne è proprio per quel rapporto viscerale che esiste fra i fedeli e il Santo, un rapporto per cui il miracolo non è solo invocato, ma anzi preteso, e non di rado pure usando parole di grande impazienza. E anche il Signore ci si è dato come carne e come sangue, non come un discorso per dotti.
Il verbalismo, come ha detto lo studioso e sacerdote Roberto Tagliaferri, ha snaturato tante nostre liturgie. Questa idea che tutto si debba svolgere a livello intellettuale ha svuotato del senso del sacro e dell’adorazione la preghiera pubblica della Chiesa. Il mito della “comprensione universale” ha reso la Messa una lunga e ininterrotta didascalia. Mentre la vera comprensione si svolge a livelli diversi e quelli più efficaci sono spesso quelli non verbali: suoni, profumi, odori. La devozione popolare acquista la propria forza solo se compresa in congiunzione con la liturgia ufficiale. Ma quel tipo di devozione ha comunque un senso profondo che è connaturato al modo di essere dei devoti stessi, e questo non va mai disprezzato.
La vera comprensione si risveglia spesso ad un livello ancestrale, pre verbale. Essa, come per San Gennaro, ha qualcosa di carnale ma senza essere peccaminosa. Il devoto entra in così grande familiarità con il Santo o la Santa che li tratta come tratterebbe un figlio, un fratello, un genitore, con quell’amore a tratti morboso ma che è “carne della propria carne”.
Carne e sangue, odori, suoni e profumi. Ecco il Cattolicesimo che dovremmo riscoprire.