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ATTENTATO

Russia: un militante dell'Isis uccide 5 persone

Domenica 18 febbraio un militante dell’Isis ha attaccato la chiesa ortodossa di Kizlyar, nel Dagestan, una repubblica della Russia a maggioranza islamica, uccidendo 5 donne e ferendo 5 persone. Nel giugno del 2015 l’Isis aveva annunciato la creazione in Dagestan di una provincia caucasica del Califfato.

Russia. Domenica 18 febbraio un militante dell’Isis, lo Stato Islamico, ha attaccato la chiesa ortodossa di Kizlyar, nel Dagestan, una repubblica della Russia a maggioranza islamica. Erano in corso le celebrazioni della Maslenitsa, una festa ortodossa che precede l’inizio della Quaresima. Nel pomeriggio, al termine della messa, un giovane armato di fucile è corso verso la chiesa gridando “Allah Akbar”, "Allah è grande", e ha incominciato a sparare sui fedeli che stavano uscendo.

Prima che gli agenti di sicurezza riuscissero a fermarlo, il jihadista ha ucciso cinque donne e ha ferito altre cinque persone, tra cui un poliziotto e un militare della guardia nazionale. L’attentatore, un giovane di 22 anni, è stato ucciso dalle forze dell’ordine accorse. L’azione, spiega l’agenzia di stampa AsiaNews, è stata rivendicata dall’Isis tramite Telegram e Amaq, l’organo di propaganda e comunicazione ufficiale dell’Isis.

Kirill, il patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, ha condannato l’attacco definendolo un “crimine mostruoso che mira a provocare lo scontro tra cristiani ortodossi e musulmani nel Caucaso del nord”. Nel giugno del 2015 l’Isis aveva annunciato la creazione in Dagestan di una provincia caucasica del Califfato, instaurato nel 2014 nei territori conquistati in Siria e Iraq dai jihadisti guidati da Abu Bakr al-Baghdadi. “Il Califfo – proclamava un video che esortava i musulmani della regione a giurare fedeltà all’Isis – ha teso la sua mano e attraverso di lui potrete compiere la volontà del Signore”.