Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
QUESTIONE CRUCIALE

Russia da riconsacrare a Maria? Perché sì

I vescovi ucraini hanno chiesto a papa Francesco di consacrare Ucraina e Russia al Cuore Immacolato di Maria. Suor Lucia spiegò che la consacrazione del 1984 era valida. Ma il messaggio di Fatima riguarda, tuttora, il futuro del mondo e della Chiesa, come ci ricordano Benedetto XVI, le apparizioni a Civitavecchia e Hrushiv (Ucraina). E la Madre di Dio chiede di rinnovare la consacrazione a Lei per vincere ogni male del mondo.

Ecclesia 05_03_2022

Il 24 febbraio, immediatamente dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, l’arcivescovo di Kiev Sviatoslav Shevchuk, con manifesto sgomento, ha condannato in termini duri «l’aggressione dell’armata russa». Ed è comprensibile, ma giustamente papa Francesco ha predicato prudenza, consapevole e volendo ricordare che ogni guerra è figlia di errori che non sono imputabili a una parte sola dei contendenti. E, invitando a confidare in Dio, ha promosso la giornata di digiuno e preghiera del 2 marzo scorso. I vescovi ucraini hanno pienamente aderito all’invito del Pontefice e hanno anzi, in qualche modo, rinforzato la linea indicata da Francesco chiedendogli ufficialmente la Consacrazione congiunta dell’Ucraina e della Russia alla Madonna.

«Santo Padre!», si legge nella lettera resa pubblica sul sito della Conferenza episcopale, «in queste ore di incommensurabile dolore e di terribile calvario per il nostro popolo, noi, Vescovi della Conferenza Episcopale dell’Ucraina, siamo portavoce della preghiera incessante e accorata, sostenuta dai nostri sacerdoti e dalle persone consacrate, che ci viene da tutto il popolo cristiano per la Consacrazione della nostra Patria e della Russia. Rispondendo a questa preghiera, chiediamo umilmente a Vostra Santità di compiere pubblicamente l’atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria dell’Ucraina e della Russia, come richiesto dalla Beata Vergine a Fatima. La Madre di Dio, Regina della Pace, accolga la nostra preghiera: Regina pacis, ora pro nobis!».

Nel riferire questa notizia i media hanno anche evidenziato, sempre sul portale dei vescovi, la pubblicazione di una preghiera da recitare in tutto il Paese al termine delle funzioni religiose. Qualcuno ne ha dedotto che l’episcopato ucraino abbia suggerito il testo al Papa insieme con la richiesta a lui rivolta. Personalmente non porrei l’accento su questa invocazione per il semplice fatto che non è una preghiera di Consacrazione, dal momento che in nessuna sua parte c’è la sottolineatura di un preciso atto di Consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria; trattandosi di una supplica rivolta dalla prospettiva di un popolo colpito e martoriato dal conflitto. Resta di grande importanza, invece, l’esplicita richiesta a Francesco perché riproponga con forza quanto la Vergine ha chiesto a Fatima nel 1917. Uno dei passaggi più intensi del messaggio della Cova d’Iria rimane la richiesta rivolta direttamente al Papa di Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, strettamente correlata alla Comunione riparatrice nei primi sabati del mese. Furono questi i rimedi da Lei indicati in antitesi al grande male del Comunismo che era entrato nel mondo.

La Bianca Signora specificò allora che sarebbe tornata a tempo debito per rinnovare queste sue richieste. Effettivamente apparve di nuovo a Lucia il 10 dicembre 1925, mentre la veggente si trovava a Pontevedra, per la Comunione riparatrice, e poi ancora il 13 giugno 1929, sempre in Spagna ma a Tuy, desiderando la Consacrazione della Russia. «È arrivato il momento», annunciò, «in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del mondo, la Consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato». L’invito rimase a lungo inascoltato perché solamente nel 1942 papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria, con un accenno alla Russia piuttosto discreto a causa della guerra in corso. La Consacrazione della Russia fu poi ripetuta da Pacelli nel 1952, mentre Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II il 3 maggio 1982, nell’ottobre del 1983 e il 25 marzo 1984 consacrarono alla Vergine il mondo intero. L’8 ottobre del 2000 Wojtyla fece un ulteriore Atto di Consacrazione e di Affidamento in risposta alle manifestazioni della Madonna a Civitavecchia, mentre papa Francesco ha affidato il mondo al Cuore Immacolato di Maria il 13 ottobre 2013.

Negli anni c’è sempre stato qualcuno che ha sollevato dubbi sull’efficacia di tutti questi interventi: per i critici Pio XII agì di sua iniziativa, senza la comunione con la totalità dei vescovi, mentre gli altri Papi hanno consacrato il mondo ma non specificatamente la Russia, ragione per la quale la sua conversione non si sarebbe completata. Oltretutto, per dispute teologiche, i Pontefici non sono quasi mai ricorsi esplicitamente alla formula della Consacrazione ma a quella più debole dell’Affidamento. A chi contesta è bene rispondere con le parole di Lucia che nel 1989, con lettera scritta di suo pugno in riferimento all’iniziativa di san Giovanni Paolo II del 1984, dichiarò che «la Consacrazione della Russia è stata effettuata e che Dio manterrà la sua parola». La successiva caduta del Muro di Berlino, proprio nel 1989 e la disgregazione dell’Unione Sovietica due anni più tardi, con la ripresa della libertà di culto in Russia, sembrano confermare la già autorevole presa di posizione della veggente.

Ci si chiede allora se abbia senso ripetere la Consacrazione della Russia, o ogni altra forma di Consacrazione, nel momento che l’atto formale di Papa Wojtyla è stato ritenuto valido e la stessa vicenda di Fatima superata dall’incedere del tempo… A rimescolare le carte per chi sosteneva che con l’attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981 e lo svelamento del Segreto nell’anno 2000 la profezia della Cova d’Iria poteva ritenersi conclusa ci ha pensato il Papa stesso: mi riferisco stavolta a Benedetto XVI, durante il suo pellegrinaggio in Portogallo nel maggio 2010, con la dichiarazione che il contenuto del messaggio dato ai tre Pastorelli riguardava ancora il futuro della Chiesa e del mondo. Le sue parole sorpresero molti, ma per quanti hanno assimilato il messaggio del 1917 era e rimane noto che il trionfo del Cuore Immacolato promesso allora è ancora, purtroppo, di là da venire. Inoltre, chi ha ricevuto un cuore «mariano» sa che nel corso del Novecento e fino a oggi ci sono state altre manifestazioni in cui la Madonna ha detto di essere venuta nel solco tracciato a Fatima.

Ne cito alcune che mi sono care: Bonate e Montichiari; Medjugorje (dove ha detto di venire a ultimare ciò che ha iniziato a Fatima); e, ponendo particolare enfasi sull’importanza della Consacrazione, Civitavecchia, nel 1995-96, e ancora prima, nel 1987, Hrushiv (o Grushew)… in Ucraina! Qui la Vergine è apparsa significativamente a partire dal 26 aprile del 1987, nel primo anniversario di Chernobyl, chiedendo di non dimenticare i morti e che tale disastro sia di monito a tutta l’umanità su che cosa comporti il cattivo uso del nucleare. Poi, con stretto anticipo sui fatti già ricordati del 1989 e del 1991, ha domandato di pregare per la conversione della Russia, indicando nella recita del Rosario l’arma più potente contro satana.

Questi messaggi furono dati a una bambina di undici anni, Maria Kyzyn, ma all’evento di Hrushiv sono strettamente collegate anche le apparizioni al veggente Josyp Terelya, a suo tempo accreditato dal mariologo francese René Laurentin. Josyp era un ucraino che aveva passato moltissimi anni in un lager in Siberia confortato dalle visite della Madre di Dio. Nei messaggi consegnati a lui, in cui si definisce l’Ucraina «la figlia più ridotta in schiavitù e che ha più sofferto per la fede in Cristo», si davano anche delle istruzioni che mi paiono utili per affrontare la situazione presente: «La Russia resta nell’oscurità e nell’errore [eravamo nel 1970 e Josyp si trovava in prigionia]. Non ci sarà pace sino a quando il popolo si pentirà e compirà l’opera di mio Figlio; non si avrà pace poiché questa non può venire che là dove esista la giustizia. Prega per i nemici, dimenticali e un cammino di luce si aprirà davanti a te». Poi, ancora una raccomandazione preziosa nell’apparizione avuta da lui a Hrushiv nel 1988: «Voi litigate spesso con orgoglio e umana vanità. Pregate piuttosto. La preghiera, il Rosario, vi salverà! L’anticristo fa di tutto per sconfiggervi. Ricordatevi: la pace viene unicamente dalla Redenzione. La pace è calma, la pace è riposo nello Spirito… e voi non siete ancora in pace». Mentre in guerra ogni fazione punta il dito contro l’altra, il Signore della storia ci invita a guardare in noi stessi e trovare nel cuore la via del perdono.

A proposito di Civitavecchia, invece, Fabio Gregori, il proprietario della statuina che ha lacrimato sangue nel 1995 a preludio di un ciclo di apparizioni della Madonna a lui e a sua figlia Jessica, il 27 febbraio mi ha scritto con dolore palpabile: «La Madonna 27 anni fa ci mise in guardia dal rischio della Terza guerra mondiale, non una guerra normale, ma una grande guerra nucleare. Jessica nel 1995 riceve il Segreto di Fatima, nel 1996 incontra suor Lucia a Coimbra… In tanti anche nella Chiesa hanno detto che raccontavamo frottole. Ma ora quelle frottole sono realtà». Ai Gregori, come a suor Lucia, la Madonna ha anche svelato che satana avrebbe giocato tutte le sue carte per distruggere la Chiesa a partire dalla famiglia che è la piccola Chiesa domestica, ed è stato detto di riferire al Papa e al vescovo l’avverarsi di una grande apostasia in Europa. Come già nei luoghi di apparizioni citati, la Vergine ha spiegato come il frutto maturo del Comunismo denunciato a Fatima sia l’ateismo, per cui l’uomo contemporaneo fa calcoli solamente su sé stesso pensando di potersi salvare da solo. E, in risposta a ogni male del mondo, ha chiesto di rinnovare con forza la Consacrazione al suo Cuore Immacolato.

Nella casa di Fabio questo umile gesto di consegna di sé lo si ripete ogni giorno. Si può e si deve fare ogni volta che siamo sul punto di cedere alla tentazione o ne sentiamo il bisogno. Forse che non lo possiamo rinnovare anche oggi per la Russia e l’Ucraina, con l’intercessione del Papa, sulle soglie del baratro?