Ronaldo, Re Mida del business dell'utero in affitto
E' il più bravo, il più pagato e il più adorato: e ora per Cristiano Ronaldo si aprono le porte della seconda paternità con l'utero in affitto. Ma in fondo non è altro che uno dei tanti business che il campione gestisce e che gli consentono di guadagnare oltre 80 milioni di euro all'anno. Con un testimonial così, la gestazione per altri ha suo Re Mida vincente.
Ci è ricascato. L’annuncio è stato fatto dalle colonne dell’inglese The Sun. Bebè in arrivo per Cristiano Ronaldo. Anzi si sono due. Ma a far diventare tre volte papà il calciatore più pagato e forse più bravo al mondo non sarà la bella fidanzata Georgina Rodriguez, bensì una donna sconosciuta che ha prestato il proprio utero alla causa del clan Ronaldo. Uno guarda Georgina e dice: e adesso a te chi ci pensa? Quanta roba sprecata, verrebbe da aggiungere. Ma forse, anche il ruolo da rotocalco della modella bonazza è previsto dal copione, quindi non conviene più di tanto stare lì a fantasticare sul cuore spezzato. Converrà anche a lei.
Dunque Ronaldo ci è ricascato. Dopo essere ricorso alla gestazione per altri del suo primogenito riconosciuto, che guarda caso si chiama Cristiano Jr, l’attaccante del Real Madrid ha deciso che era il momento di riprovarci. D’altra parte in certi Paesi, e gli Stati Uniti sono tra questi, basta pagare, mica si sta lì a guardare se tra i due c’è amore o quelle cose lì da romanzo borghese, anzi, quasi quasi è meglio farselo da solo il figlio. Detto fatto.
La notizia ha fatto il giro del mondo trattandosi di un personaggio tra i più amati e ammirati dai quattro anni in su. E ovviamente nel dare la notizia i giornali si sono ben guardati dall’esprimere il benché minino sussulto di giudizio verso una pratica che resta aberrante anche se a compierla è un simbolo di successo. E questa è una delle spie che c’è qualche cosa che non funziona. D’altra parte Ronaldo è una miniera d’oro non solo per se stesso, ma per un indotto commerciale da far invidia ad una multinazionale. E si sa che i giornali quando si ha a che fare con gli sponsor se ne guardano bene dallo spingere l’acceleratore dell’indignazione.
Ma ormai quella dell’utero in affitto è una pratica che è stata sdoganata a più non posso, quindi ben venga che a dare manforte alla causa arrivi uno come Ronaldo. Della serie: se lo fa lui che è il top, allora non posso farlo io? Eh sì, a guardarci bene il campeao portoghese può proprio permettersi di fare quello che più gli aggrada senza dover rendere conto a nessuno, neppure ai bambini che lascerà per tutta la vita senza il calore della loro madre. I soldi colmeranno il vuoto. E se non lo colmeranno pazienza: l’importante è aver accontentato il proprio narcisistico desiderio di monogenitorialità, sganciata da relazioni, affetti, sentimenti, progetti di vita. Tutto è improntato al massimo del narcisismo e in definitiva del nichilismo.
Che peccato: avere un talento e raccoglierne i frutti per veicolare il principio dell’uomo slegato da qualunque cosa. Cristiano Ronaldo rappresenta ormai la figura del moderno eroe dell’assoluto. Nel senso letterale del termine: sciolto, dunque slegato da qualunque legame. Prometeo e Narciso al tempo stesso, un Ulisse geneticamente modificato che usa dei suoi talenti per affermare il principio della propria autodeterminazione, un Achille invincibile che tiene ben coperto il tallone della propria vulnerabilità umana, rinunciando così a fare i conti con la sua coscienza.
Ma anche un Re Mida 2.0 che trasforma in oro tutto ciò che tocca. Secondo l’ultima rilevazione, manco si trattasse di un’indagine Istat sul pil nazionale, il campione del Real Madrid ha un guadagno totale di 80 milioni di euro, almeno stando a quanto gli attribuisce la rivista specializzata Forbes. 15 di questi gli sono garantiti dalla Nike, di cui è testimonial principe, ma scendendo per li rami si trova un universo di sponsorizzazioni che lo rendono un codice a barre vivente: Castrol (circa 6 milioni), Armani (1 milione fino al 2019), Kentucky Fried Chicken (2 milioni), e poi ancora gli orologi Tag Heuer, la Emirates, i prodotti per il benessere Herbalife, le bevande Soccerade, Pokerstars, Clear Shampoo, la Konami per il videogioco Pro Evolution Soccer (fino al 2018), Toyota, Samsung e il Banco Espirito Santo portoghese. Tralasciamo i 117 milioni di utenti su Facebook e i 48 milioni di followers su Twitter che lo rendono quasi più ascoltato del Papa.
Insomma: a Ronaldo di Cristiano è rimasto solo il nome e quello dell’utero in affitto non è altro che uno dei tanti business che egli tocca con mano per trasformarlo in oro. Perché le spese le dovrà sostenere lui, certo, ma vuoi mettere che impennata riceverà la pratica della gestazione per altri grazie ad un testimonial vincente praticamente gratuito come Ronaldo?