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CLIMA E PROVVIDENZA

Roma 5 agosto 358: nevica, è un miracolo

Il ricordo dell'evento da cui nasce la basilica di Santa Maria Maggiore è l'occasione per riflettere sul nostro atteggiamento davanti alla natura. 

Attualità 05_08_2011
roma madonna della neve

Era il mattino del 5 agosto 358 quando il colle romano Esquilino fu coperto dalla “neve”. Fu lì che Papa Liberio (352-360) volle una cappella in seguito al cosiddetto “miracolo della nevicata”, tramandato per tradizione e confermato per iscritto da Fra Bartolomeo da Trento (1250). La struttura della chiesa fu ingrandita da Papa Sisto III (432-444) e con qualche modifica effettuata nel corso dei secoli è giunta fino ad oggi, realizzando così la nota basilica di Santa Maria Maggiore dedicata alla Madonna.

I mosaici all’interno della basilica ricordano la storia del miracolo. Fu la Madonna premonitrice ad apparire in sogno a Papa Liberio dicendogli di erigere una chiesa, la stessa notte la Madonna apparve in sogno anche al Patrizio Giovanni Romano ed alla moglie suggerendogli il posto dove edificare la chiesa, che loro desideravano offrire, annunciando un miracolo il 5 agosto. La mattina del 5 agosto avvenne la straordinaria nevicata, ed in seguito a questa Patrizio Giovanni parlò con Papa Liberio e fu deciso di costruire lì la cappella.


Tutti gli anni, il 5 agosto, una festosa ed artificiale nevicata ricorda l’evento. Quest’anno giochi di luce ed effetti speciali accompagneranno la rievocazione, tra le 21 e la mezzanotte. La scenografia di pace sarà accompagnata con musiche di Haendel, Bach, Vivaldi, Mozart. Nel momento più significativo, verso la mezzanotte, una grande nevicata, come segno di pace di amore e fratellanza verso il mondo intero, riunificherà in un grande abbraccio l'architettura e la casa della Madonna come speranza per tutti, soprattutto gli emarginati, i poveri, i senzatetto, i reclusi, i sofferenti ed anziani e i diversamente abili.

In molte altre parti d’Italia esistono chiese, cappelle, altari, dedicati alla “Madonna della Neve” che sono festeggiate il 5 agosto. Particolarmente seguita la cerimonia che si svolge sulla vetta più alta dell’appennino Tosco-Emiliano, sul Monte Cimone, a 2165 metri, dove i primi anni del ‘900 fu eretta una cappella dedicata alla “Madonna della Neve”. La costruzione fu realizzata nell’ambito del “piano di voto al Cristo Redentore”, iniziativa voluta da Papa Leone XIII ed annunciata il 5 settembre 1896 al XIV congresso cattolico italiano riunito a Fiesole, per rendere omaggio a Gesù Cristo Redentore con la consacrazione di 19 monti (quanti i secoli della redenzione) e l’erezione di altrettanti monumenti.

La Madonna delle Neve accompagnò la sfida dei cattolici con la montagna: si può ricordare che il 5 agosto 1897 il parroco di Crissolo, don Giacomo Lanternino, benediva una statua della Madonna
delle nevi collocata per sua iniziativa sul Monviso; il 28 agosto 1899, sulla vetta del Rocciamelone, venne issata un a statua della Madonna della Neve in bronzo alta 3 metri, donata dalla sottoscrizione di 130mila bimbi d’Italia.

La storia è piena di fenomeni meteorologici e climatologici straordinari che furono intesi come volontà della Provvidenza, all’epoca non creava scandalo l’interpretare l’intervento di quest’ultima anche come atto di misericordia, d’indirizzo o di castigo del Signore. Oggi invece siamo assuefatti ad essere indifferenti al mistero, che ci circonda e penetra; se questo non è scientificamente spiegabile, sembra valga la regola che se la scienza non lo spiega allora è anche impossibile che accada, se l’esperto afferma che un fenomeno è allo stato delle conoscenze attuali inspiegabile rischia di non veder mai la propria intervista pubblicata.

Per interpretare ciò che accade nel complesso sistema naturale sembra sufficiente calcolare e confrontare le medie, nel caso poi ci si discosti dalla media questo è sempre indice di qualcosa di patologico, di una reazione di Gaia all’attività umana. S’inizia quasi ogni mattina con “l’informazione” televisiva che ci porta a notare che la temperatura giornaliera non è uguale alla media mensile come se fosse qualcosa di strano.

La meraviglia della natura, dovuta alla sua continua variabilità ed unicità, vista attraverso la scienza televisiva diviene niente altro che un insieme statico, fatto che ricorda quanto scritto da William Shakespeare in Amleto-atto II scena II (1598): ”[….] E’ un po’ di tempo che, non so perché, ho perso tutto il mio brioso umore, tralasciato ogni usata occupazione; e ciò che grava a tal punto sul mio spirito che questa bella struttura, la terra, mi sembra un promontorio senza vita, questo stupendo baldacchino, il cielo, questa splendida volta, il firmamento, questo tetto maestoso, ingemmato di fuochi d’oro….ebbene per me non è nient’altro che un odiato pestilenziale ammasso di vapori [….]”