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Arabia Saudita

Riyadh si prepara a deportare in Bangladesh centinaia di Rohingya

Entrati in Arabia Saudita in occasione del viaggio alla Mecca con documenti contraffatti, centinaia di Rohingya birmani stanno per essere portati in Bangladesh contro la loro volontà

Migrazioni 09_11_2018

Il governo saudita ha avviato da qualche settimana le procedure per portare a forza in Bangladesh centinaia di birmani musulmani di etnia Rohingya che nel corso degli anni, fin dal 2011, sono riusciti a entrare in Arabia Saudita per il pellegrinaggio alla Mecca servendosi di passaporti contraffatti di diversi paesi asiatici: oltre al Bangladesh, India, Bhutan, Nepal e Pakistan. Arrestati dalle squadre anti immigrazione saudite, sono vivono reclusi in centri di detenzione dove, secondo alcune testimonianze, hanno subito abusi e violenze oltre a vedersi requisiti i telefoni cellulari. Il piano in corso di attuazione fa parte di una serie di campagne di repressione contro l’immigrazione e il lavoro irregolari. I Rohingya in attesa di essere trasferiti in Bangladesh disperano di poter trovare una sistemazione in quel paese che già ospita circa un milione di profughi della loro etnia fuggiti dal Myanmar per sottrarsi alle persecuzioni e al conflitto tra esercito governativo e separatisti iniziato nel 2017. I Rohingya emigrati in Arabia Saudita sostengono di essere in possesso di carte d’identità rilasciate in Myanmar, che ne dimostrano le origini e dovrebbero consentire loro di chiedere asilo. Ma l’Arabia Saudita non è tra i paesi firmatari della Convenzione di Ginevra sui rifugiati e non ha programmi di accoglienza dei profughi. È notizia di questi giorni che oltre tutto in Bangladesh sta per prendere il via il programma di rimpatrio dei rifugiati Rohingya nonostante che la situazione in patria non sia migliorata abbastanza da far sperare che possano tornare a casa senza correre rischi.