Riscoprire le radici cristiane a Gerusalemme
Giovedì prossimo, 17 marzo, verrà inaugurato a Gerusalemme la prima sezione del Terra Sancta Museum. I pellegrini potranno immergersi nella Gerusalemme di Gesù, lungo la Via Dolorosa, attraverso installazioni multimediali ed esposizioni di reperti archeologici di grande valore. La Custodia della Terra Santa, la sua ong Pro Terra Sancta e lo Studium Biblicum Franciscanum realizzano uno "strumento universale per la divulgazione della cultura cristiana".
Giovedì prossimo, 17 marzo, verrà inaugurato a Gerusalemme la prima sezione del Terra Sancta Museum. A meno di dieci anni da quando si cominciò a parlarne, malgrado tutto ciò che frattanto è accaduto nel Vicino Oriente e malgrado l’impatto della crisi economica internazionale sulle disponibilità dei potenziali donatori, la Custodia di Terra Santa, la sua ong Pro Terra Sancta e lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme sono dunque riusciti a completare la prima fase del progetto.
Si tratta di un’iniziativa di grandissimo significato, che merita l’attenzione e il sostegno dei cristiani di tutto il mondo. Come sanno tutti coloro che sono stati in pellegrinaggio a Gerusalemme, fino ad oggi al fascino obiettivo dei Luoghi Santi non corrispondeva un’adeguata disponibilità di moderni allestimenti museali e di strumenti multimediali che aiutassero il pellegrino da un lato a immaginarsi la Gerusalemme dei tempi di Gesù, e dall’altro a rendersi meglio conto della vicenda bimillenaria spesso drammatica che nella Terra Santa ha fatto seguito a quei tempi. E in tale prospettiva a divenire più consapevoli dell’impegno profuso attraverso i secoli perché la via del pellegrinaggio in Palestina restasse aperta anche ai cristiani d’Occidente, e in particolare ai cattolici latini. In una città in cui oggi comprensibilmente l’impronta musulmana e quella ebraica predominano ma dove il grosso dei flussi di pellegrinaggio è costituito da cattolici latini ciò è sembrato un ragionevole intervento di riequilibrio, che infatti non ha incontrato opposizioni. D’altra parte la Custodia di Terra Santa – ovvero la provincia sui generis dei frati francescani che per impulso dello stesso san Francesco che sin dal secolo XIII si occupa dei Luoghi Santi -- già disponeva di ingenti depositi di reperti archeologici nonché di edifici storici situati entro le mura della Città Vecchia di Gerusalemme che tanto per carattere quanto per collocazione molto bene si prestavano a diventare sede di tali spazi museali e di allestimenti multimediali.
Si è pensato dunque di offrire ai pellegrini che a Gerusalemme ripercorrono la Via Dolorosa, ossia il cammino di Gesù fino al luogo della sua crocifissione, due diversi spazi: il primo di essi è nel convento della Flagellazione, non lontano dal punto di partenza delle “Via Crucis” cui prende parte complessivamente circa un milione di pellegrini all’anno. E’ questa la sezione che viene inaugurata giovedì 17 marzo prossimo. Si tratta di ciò che tecnicamente si chiama un “ambiente immersivo multimediale”: un insieme di immagini e di suoni che, nell’arco di 15 minuti, conduce il visitatore alla scoperta di Gerusalemme come era all’epoca della Passione di Gesù e poi lo accompagna attraverso i secoli a ritrovare immagini, preghiere e canti dei pellegrini di tutti i tempi fino ad oggi. Presso lo stesso convento della Flagellazione verrà poi riallestito un museo archeologico ove saranno esposti oggetti frutto degli scavi e degli studi dei frati archeologi della Custodia.
Presso il convento di San Salvatore, dunque molto più avanti lungo l’itinerario che si conclude alla Basilica del Santo Sepolcro, avrà invece sede un museo in cui i visitatori potranno specificamente farsi un’idea della plurisecolare presenza dei francescani in Terra Santa. Questo museo verrà allestito attingendo alle collezioni di arte sacra, di oreficeria, di libri miniati, di paramenti di cui la Custodia dispone. Tra l’altro diventeranno così visibili al pubblico antichi calici, pissidi e altre suppellettili d’oro e d’argento per uso liturgico, dono dei re di Francia alla Custodia, che sono gli unici oggetti del genere giunti sino a noi. Negli anni della Rivoluzione infatti tutti gli oggetti simili del medesimo valore vennero in Francia razziati e poi fusi da coloro che se ne erano impadroniti.
Nel suo complesso si è previsto che l’iniziativa costerà tre milioni e 300 mila euro fra lavori di ristrutturazione, allestimenti e arredi. La maggior parte della spesa riguarda i due musei (1.415.000 euro per il museo archeologico e 1.720.000 per il museo della Custodia presso il convento di San Salvatore). Definendo giustamente l’opera uno “strumento universale per la divulgazione della cultura cristiana”, il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, ha lanciato una colletta internazionale per la raccolta dei fondi necessari. Fra l’altro in caso di contributi al di sopra di un certo valore viene offerta l’intitolazione di sezioni o di sale dei due musei al nome dei donatori, siano essi persone fisiche oppure anche persone giuridiche e istituzioni.