Rifugiati, richiedenti asilo e immigrati, ospiti non graditi in Sudafrica
A Città del Capo i commercianti protestano per la presenza di rifugiati accampati attorno a una chiesa. A Johannesburg la rabbia popolare è stata provocata dall’uccisione di un agente di polizia
A settembre in Sudafrica si è scatenata una nuova ondata di violenze contro gli stranieri. Per sottrarvisi centinaia di africani si sono rifugiati nella chiesa metodista centrale di Città del Capo. Da allora abitano nell’edificio o accampati nei suoi dintorni. Sono richiedenti asilo e rifugiati e hanno giurato di non lasciare la struttura se non per essere trasferiti all’estero, in paesi sicuri. Il sistema dell’asilo nel paese è criticato perché ritenuto troppo lento. A ottobre centinaia di rifugiati e asilo avevano organizzato un lungo presidio davanti agli uffici dell’Unhcr degenerato in violenti scontri tra i dimostranti e le forze dell’ordine. Lo scorso novembre anche la richiesta dei responsabili della chiesa metodista che i richiedenti asilo lasciassero la struttura ne aveva provocato la reazione violenta. Negli scontri era rimasto ferito anche l’arcivescovo anglicano Thabo Makgoba. Adesso sono i commercianti che hanno negozi in prossimità della chiesa a protestare. Chiedono che si allontanino i rifugiati e i richiedenti asilo perché la loro presenza danneggia il turismo e danneggia le loro attività. È da quattro mesi, dicono, che sopportiamo le loro tende di fortuna e gente che dorme e urina dappertutto. Secondo l’Unhcr i leader del gruppo di stranieri hanno fornito informazioni sbagliate in merito alle procedure relative all’asilo e al ricollocamento. Da giorni sono in corso proteste anche a Johannesburg dove gli abitanti di una townhip sono insorti contro gli stranieri dopo che un poliziotto è stato ucciso da un immigrato originario dello Zimbabwe. I dimostranti hanno preso di mira le attività informali degli stranieri. La polizia ha proceduto a numerosi arresti e sta verificando i documenti degli immigrati.