Riccardi al Quirinale? Exploit dell'Onu di Trastevere
Comunque vada, il fatto che i tre partiti della sinistra italiana indichino l'ex ministro Andrea Riccardi come candidato alla presidenza, è un exploit per la Sant'Egidio, detta l'"Onu di Trastevere" dopo che ha riportato la pace in Mozambico. Filo diretto col Papa e aspirazione al Quirinale: ne ha fatta di strada la Comunità.
Bar Illy, pochi metri da Palazzo Montecitorio. Scorrendo la rassegna stampa sullo smartphone, un deputato alla prima legislatura fa ad un collega: "ma chi è questo Ricciardi?". Ricciardi, in realtà, è Andrea Riccardi, non proprio uno sconosciuto. Già ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione nel Governo Monti, studioso e prolifico autore di saggi sulla storia della Chiesa contemporanea, Riccardi è noto soprattutto per essere il fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Il suo nome è entrato prepotentemente nel Toto Quirinale nella giornata di domenica, messo sul tavolo nel vertice tra i tre leader del centrosinistra Speranza, Conte e Letta.
Il segretario del Pd lo ha indicato come il suo candidato ideale, rinunciando all'idea di farlo votare nelle prime votazioni come si fa con i candidati di bandiera. I primi ad avanzare la proposta, però, erano stati l'ex premier Giuseppe Conte e l'ascoltato esponente dem Goffredo Bettini. Le sue quotazioni restano basse finché Letta non rinuncerà all'idea di portare Mario Draghi al Colle, ma avergli risparmiato l'onorifica passarella dei primi scrutini, dove il quorum è pressoché impossibile da raggiungere senza ampia convergenza tra le forze parlamentari, è un punto che va a suo vantaggio. Così come non è un ostacolo insormontabile il siluro sparato da Matteo Renzi secondo cui Riccardi non ha alcuna possibilità di essere eletto. In mezzo ai nani della politica italiana, il leader di Italia Viva ha gioco facile ad ergersi a gigante ma i 44 voti del suo gruppo parlamentare sono comunque pochi per premiare o affondare una candidatura. A ciò si aggiunge il fatto che Riccardo Nencini, senatore eletto col simbolo del Psi e che ha consentito a Italia Viva di costituire il gruppo al Senato, si muove in autonomia ed anche l'influenza dell'ex Rottamatore sui 'suoi' singoli parlamentari potrebbe essersi notevolmente affievolita, come dimostra il recente passaggio di Silvia Vono in Forza Italia. E proprio al Senato, Riccardi potrebbe contare su uno sponsor all'interno del centrodestra: Francesco Giro, esponente di Forza Italia, ma molto amico di Matteo Salvini (ha la doppia tessera) è il fratello di Mario, sottosegretario agli affari esteri nel Governo Letta e vice ministro con Renzi e Gentiloni. Mario Giro è uno dei dirigenti della Comunità di Sant'Egidio e fu consigliere del fondatore quando quest'ultimo ricopriva l'incarico di ministro.
I ragazzi dell'"Onu di Trastevere" ne hanno fatta di strada da quando ottennero nel 1973 una casa nell'ex convento carmelitano in stato di abbandono. Il prete 'basettone' che ne fu rettore e divenne assistente ecclesiastico della Comunità, monsignor Vincenzo Paglia, oggi è ai vertici della gerarchia vaticana e ricopre l'incarico di presidente della Pontificia accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II. Don Matteo Zuppi, un altro dei padri del progetto, è diventato cardinale ed arcivescovo di Bologna. Proprio Riccardi, Zuppi e Paglia furono protagonisti del capitolo più importante della cosiddetta diplomazia parallela della Comunità, l'opera di mediazione in Mozambico che portò all'accordo di pace tra governo legittimo e guerriglieri nel 1992. Il ruolo svolto in quei negoziati fece guadagnare l'appellativo di "Onu di Trastevere" ed enorme credito a livello internazionale, specialmente Oltreoceano.
Proprio la credibilità internazionale, il filo diretto con il Vaticano e i buoni rapporti coltivati con mondo politico e giornalistico non permettono di sottovalutare la candidatura di Riccardi per il Colle più alto. Dalla sua gioca anche il fatto che, a differenza di altri colleghi ministri nel Governo Monti, all'alba delle elezioni politiche del 2013 ebbe l'intelligenza di non impegnarsi direttamente nel fallimentare tentativo montiano di Scelta Civica, pur essendone stato inizialmente uno dei principali sponsor. Ci sono poi altri elementi che potrebbero essergli utili nell'attuale Parlamento se la resistenza a Draghi non si piegherà e se il centrodestra - ipotesi più che probabile - sarà incapace ancora una volta di esprimere un proprio candidato: intanto, non viene percepito come un politico e a molti parlamentari è addirittura sconosciuto. Una ragione che potrebbe fargli scampare il fuoco dei franchi tiratori, specialmente nel gruppo pentastellato, il più numeroso ed anche il più diviso. Perché, come ha ricordato Romano Prodi, al Quirinale va chi ha meno veti, non chi ha più voti.
A prescindere da come andrà questa candidatura, il solo fatto che il suo fondatore sia stato indicato senza obiezioni come "quirinabile" da uno schieramento che, sulla carta, parte da 413 grandi elettori rende bene l'idea del peso assunto dalla Comunità di Sant'Egidio nella vita pubblica del Belpaese. Un peso che va di pari passo con quello acquisito nella vita della Chiesa e del Vaticano stesso. Dall'incontro con San Giovanni Paolo II nei pressi della chiesa di Santa Maria in Vallicella all'indomani dell'uccisione di un somalo senza fissa dimora, non si è più fermata l'ascesa di Sant'Egidio al di là delle Sacre Mura che ha toccato l'apice durante l'attuale pontificato. Basti pensare ad un settore nevralgico come quello della comunicazione, dove la Comunità può contare su un "suo" uomo alla direzione della Sala Stampa Vaticana, Matteo Bruni. E se c'è chi vorrebbe Riccardi al Quirinale, non manca chi considera Matteo Zuppi uno dei nomi più papabili per il prossimo Conclave o lo immagina alla guida dei vescovi italiani alla scadenza del mandato di Bassetti. Ma chi conosce bene il cardinale, che come arcivescovo di Bologna è riuscito a farsi apprezzare anche da chi aveva accolto con scetticismo la sua nomina in quella che fu la sede di Caffarra e Biffi, giura che non è proprio il tipo da appassionarsi a certi argomenti.
Mentre Riccardi deve sperarci alla possibilità di passare i prossimi sette anni nell'ex residenza dei Papi se due giorni fa, proprio in concomitanza con il vertice del centrosinistra che ha tirato fuori il suo nome, ha cambiato la foto copertina del suo profilo ufficiale di Facebook, mettendone una che lo ritrae sorridente accanto all'ex cancelliera tedesca Angela Merkel. Uno sponsor importante da sommare ai buoni uffici negli Stati Uniti e che potrebbero anche renderlo, in caso di stallo, votabile ad una parte del centrodestra.