Resta viva la preoccupazione per la sorte di Asia Bibi a una settimana dalla sua liberazione
Le autorità pakistane sostengono che Asia Bibi è al sicuro in una località segreta. Nulla si sa di eventuali trattative per consentirle di lasciare il paese e chiedere asilo a uno dei governi disposti a concederglielo
A una settimana dalla liberazione di Asia Bibi, non si sa a che punto siano le trattative per consentirle di lasciare il Pakistan insieme alla famiglia. Smentite le voci di alcuni giorni or sono secondo cui sarebbe stata già all’estero, le fonti governative ufficiali assicurano che Asia è “nascosta in una località segreta” dove è stata trasportata il 7 novembre e dove è al sicuro. Sembra inoltre che abbia potuto riabbracciare il marito Ashiq Masih dopo anni di separazione. Quando la Corte Suprema il 31 ottobre ha reso nota la sentenza di assoluzione, Ashiq ha chiesto a Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Italia di offrire asilo alla sua famiglia, consapevole che in Pakistan Asia non sarà mai al sicuro dalla collera degli estremisti islamici che hanno giurato di uccidere lei e i giudici che l’hanno assolta. Questi e altri stati sono disposti ad accoglierla, ma il problema è quando e se potrà lasciare il Pakistan. Nei giorni scorsi è circolata la notizia che la Gran Bretagna avrebbe escluso di concederle asilo per timore di rivolte in territorio britannico e di attacchi alle ambasciate britanniche nel mondo. Personalità politiche ed esponenti della società civile in realtà premono affinchè il governo britannico accolga Asia e la sua famiglia. Tra gli altri si sono espressi in tal senso diversi parlamentari e l’ex ministro degli esteri Boris Johnson. A nome del Muslim Council of Britain, tre imam hanno inviato una lettera al segretario di stato per gli affari interni Sajid Javid firmata anche da alcuni parlamentari per chiedergli di dichiarare ufficialmente che la Gran Bretagna è pronta ad accogliere una richiesta di asilo da parte di Asia Bibi: “confidiamo – si legge nella lettera – che l’offerta sarebbe approvata dalla quasi totalità della popolazione. Se ci sono voci intolleranti devono essere energicamente contrastate. Che il governo britannico possa negare l’asilo per timore della reazione dei musulmani britannici è una insinuazione priva di senso”.