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Islam

Resta alta la tensione a Jaranwala dopo i pogrom contro i cristiani

La polizia ha proceduto all’arresto di decine di manifestanti e anche dei due cristiani accusati di blasfemia

Resta alta la tensione a Jaranwala, la città pakistana nel distretto di Faisalabad, in cui il 16 agosto un’ondata di violenza si è abbattuta sui cristiani dopo il ritrovamento di alcune pagine del Corano strappate e gettate via, un atto di blasfemia di cui sono stati accusati due cristiani, Raja Masih e Rocky Masih. Quando la notizia è circolata, diffusa dagli altoparlanti delle moschee, centinaia di persone inferocite hanno incominciato ad attaccare chiese, abitazioni e negozi di cristiani, saccheggiandoli e dandoli alle fiamme. Secondo fonti governative, per la maggior parte si è trattato di membri di un partito islamista, il Tehreek-e-Labbaik Pakistan. Però il TLP ha negato ogni coinvolgimento. In tutto il distretto di Faisalabad sono stati vietati raduni per sette giorni. Le autorità affermano che le pagine, sulle quali erano state scarabocchiate parole offensive con un pennarello rosso, sono state trovate vicino a una comunità cristiana. I due uomini accusati di aver danneggiato il Corano sono stati arrestati e accusati di blasfemia. Usman Anwar, il capo della polizia della provincia del Punjab, di cui Jaranwala fa parte, ha dichiarato che sono state arrestate più di 120 persone, identificate grazie a video di social media, e che sono state formulate accuse contro altre centinaia, sospettate di aver preso parte agli attacchi. Quindi saranno fatti ancora altri arresti. Tra i video diffusi dai social media ce ne sono che mostrano i manifestanti intenti a distruggere e incendiare mentre la polizia assiste senza intervenire. Dei testimoni lo confermano. Interrogato a questo proposito dalla Bbc, il capo della polizia ha detto che le forze dell’ordine non volevano accrescere la tensione nel timore di perdite di vite umane. Amir Mir, ministro dell'informazione della provincia del Punjab, ha condannato l’atto blasfemo e ha dichiarato in un comunicato che migliaia di poliziotti sono stati inviati nella zona.