Regolamento Oms, un no in accordo con la Dottrina sociale
Il no dell’Italia al nuovo Regolamento Sanitario Internazionale evita al nostro Paese di finire nella logica emergenziale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in tutto contraria ai principi della Dottrina sociale della Chiesa.

Non è stata data grande rilevanza al rifiuto del governo italiano di aderire al cosiddetto “Regolamento pandemico” dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ma la scelta molto opportuna merita grande attenzione. Con una lettera del ministro Orazio Schillaci, l’Italia non ha aderito al Regolamento.
In precedenza, si era a lungo parlato di un “Trattato pandemico” che avrebbe vincolato tutti gli Stati aderenti all’Oms, ma il progetto non si era potuto realizzare perché richiedeva un alto numero di adesioni per la sua approvazione da parte dell’Assemblea generale, così i vertici dell’Oms hanno preso la via di fare alcune modifiche al Regolamento e chiedere poi l’adesione dei singoli Stati aderenti. La procedura era meno impegnativa e poteva avere un più facile successo. Però era ugualmente preoccupante, perché consegnava nelle mani dei vertici dell’Oms un enorme potere sulla sanità mondiale. CitizenGo aveva organizzato una raccolta di firme per una petizione contraria in vista della data del 19 luglio 2025, entro la quale il governo italiano doveva dare o non dare la propria adesione.
Se il governo italiano non avesse detto “no” per iscritto, tutti i poteri nelle emergenze sanitarie sarebbero stati devoluti all’Oms. Il nuovo Regolamento, se approvato, avrebbe riconosciuto all’Oms il potere di dichiarare una “emergenza sanitaria”, di stabilire misure nazionali di tipo sia organizzativo che direttamente sanitario, di censurare la “disinformazione”, di controllare i comportamenti personali in ordine alla stabilita emergenza sanitaria.
La situazione che si sarebbe venuta a creare sarebbe stata contraria ai principi della Dottrina sociale della Chiesa da tutti i punti di vista, avrebbe trasformato la democrazia globale in un totalitarismo globale, annullato le responsabilità dei popoli e degli Stati nazionali, rifiutato in pieno il principio di sussidiarietà, avrebbe inteso il bene comune come un egualitarismo imposto e appiattente, favorito le ideologie scientiste di oggi contro il realismo, approvato una farmacologia ideologica e favorito i centri di produzione farmaceutica con essa coerenti.
Stefano Fontana