Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Islam

Rapita in Pakistan una quindicenne cristiana

È stata sequestrata per strada, in pieno giorno, da alcuni musulmani, due dei quali sono stati identificati, ma ancora la polizia non ha provveduto ad alcun arresto

 

Ha solo 15 anni Saba, la ragazzina cristiana rapita in Pakistan, a Faisalabad la mattina del 20 maggio. Lei e sua sorella Muqaddas stavano andando a lavorare – entrambe sono collaboratrici domestiche – quando alcuni uomini le hanno raggiunte, l’hanno afferrata e caricata su un auto-rickshaw. Muqaddas ha riconosciuto due dei rapitori. Sono Muhammad Yasir e Muhammad Riaz, due musulmani di oltre 40 anni. Due testimoni hanno confermato il racconto di Muqaddas. Si teme che, come è successo a tante altre ragazze cristiane, Saba sarà costretta a convertirsi all’Islam e a sposare uno dei suoi sequestratori. Sua mamma ha sporto denuncia presso la stazione di polizia di Madina Town, il quartiere in cui risiede la famiglia. La polizia sta indagando, per ora senza risultati. Dal giorno del rapimento, di Saba non si hanno notizie. Da un momento all’altro i rapitori potrebbero presentarsi alle autorità esibendo falsi certificati che attestano la conversione all’Islam e il matrimonio, entrambi comunque non validi dal momento che Saba è minorenne e la legge pakistana proibisce il matrimonio dei minori e la loro conversione senza autorizzazione paterna. “Ogni volta che c'è un problema con il governo o con i politici ricchi – ha commentato per AsiaNews Lala Robin Daniel, un attivista difensore dei diritti umani di Faisalabad – i tribunali vengono aperti anche di notte solo per dare giustizia ai ricchi. Perché questi tribunali non possono rimanere aperti per dare giustizia a queste famiglie povere delle minoranze? Organizzeremo un sit-in a Faisalabad e resteremo lì con le famiglie delle vittime finché i tribunali non intraprenderanno azioni concrete contro i colpevoli e riporteranno indietro le ragazze rapite. È giunto il momento di alzare collettivamente la voce contro questi crimini”.