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Induismo

Raccomandazioni di voto ai cattolici indiani

Per i cristiani è di importanza vitale che alla Camera Bassa siano eletti dei laici disposti a contrastare il potere e l’influenza dei fondamentalisti indù

  

Continuano in India gli appelli dei vertici della Chiesa ai fedeli affinché vadano alle urne e scelgano responsabilmente i candidati a cui dare il voto. Si stanno svolgendo in India, tra aprile e maggio, le elezioni per la composizione della Camera bassa del Parlamento, una tornata elettorale lunga sei settimane, con 950 milioni di aventi diritto al voto. Chi – partito o coalizione – otterrà la maggioranza nominerà il primo ministro che a sua volta formerà il governo. L’8 maggio l’arcivescovo di Mumbai, cardinale Oswald Gracias si è rivolto ai fedeli in vista della prossima giornata di voto, il 20 maggio. “Pregate Dio affinché vi aiuti a discernere per chi votare, per chi aiuterà il Paese a diventare una grande famiglia – ha raccomandato agli aventi diritto esortandoli a votare con saggezza – come cristiani siamo chiamati a essere buoni cittadini. Come cittadini, partecipiamo al governo votando. Il voto è un diritto fondamentale ma anche un dovere sacro”. Alle parrocchie ha proposto di recitare a partire dall’11 maggio una novena speciale, una preghiera di cui invierà nei prossimi giorni il testo. Il 17 aprile era stato il cardinale Filipe Neri Ferrao, arcivescovo di Goa e Daman, a rivolgersi ai cattolici chiedendo loro di votare “persone con credenziali laiche, che si impegnano veramente a lavorare per il bene di tutto il popolo e a sostenere i valori sanciti dalla nostra Costituzione”. Dal 2104 primo ministro è Narendra Modi e partito di governo è il suo Bjp (Bharatiya Janata Party), espressione dei fondamentalisti indù che con la loro influenza sulla popolazione stanno creando tanti problemi e difficoltà ai cristiani. Da quando Modi è premier l’intolleranza nei confronti dei cristiani è aumentata sensibilmente. L’India oggi è uno dei paesi in cui la persecuzione è classificata come “estrema”. Occupa infatti l’11° posto, dopo l’Afghanistan e prima della Siria, nella World Watch List 2024, redatta dall’onlus Open Doors, dei 50 Stati in cui è più difficile e pericoloso essere cristiani. Nel 2014 era al 28° posto. Allora la persecuzione inflitta ai cristiani era classificata “moderata”.