Quirinale, si comincia: per favore, non un cattolico
Al via il voto per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica: girandola di nomi ma l'accordo non c'è ancora. Ma più che il nome, conta la sostanza: avremmo bisogno di un presidente di "discontinuità": da un eccessivo presenzialismo, dalla politica fatta dal Colle, dall'europeismo ideologico, dall'interventismo sui temi etici.
Al via il voto per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica: girandola di nomi ma l'accordo non c'è ancora. Ma più che il nome, conta la sostanza: avremmo bisogno di un presidente di "discontinuità": da un eccessivo presenzialismo, dalla politica fatta dal Colle, dall'europeismo ideologico, dall'interventismo sui temi etici. Intanto le consultazioni proseguono e arrivano i veti incrociati. Dopo una prima scrematura è ancora difficile capire chi sopravviverà fra i nomi che circolano da più tempo: Prodi, Casini, Amato. E i candidati emergenti come Anna Finocchiaro (in quanto donna) e Graziano Delrio, possibile asso nella manica di Renzi.
SERVE UN PRESIDENTE CHE ROMPA COL PASSATO di Stefano Fontana
Le richieste più ricorrenti sono: un Presidente di continuità, un Presidente di alto profilo istituzionale, un Presidente non necessariamente maschio. E a voler ben vedere non vogliono dire niente, se non che si vorrebbe un presidente che segua lo stesso andazzo dei suoi predecessori. Ma quel che serve è proprio una rottura col passato.
I CANDIDATI CHE SOPRAVVIVONO AI VETI INCROCIATI di Ruben Razzante
Oggi, dalle 15, inizia il voto per eleggere il Presidente della Repubblica. L'ultimo giorno è stato caratterizzato da intense consultazioni. Renzi non vuole Giuliano Amato. Berlusconi pone il veto su Prodi, che invece verrebbe votato dai suoi dissidenti, dai grillini e dalla sinistra Pd. Chi sopravvive ai veti? Occhio a Delrio e alla Finocchiaro.