Quinto a Montecitorio racconta il suo "no" alla Bonino
Oggi si svolge a Montecitorio, presso la sala cinema dell'Hotel Nazionale, la presentazione dell'ultimo libro di Danilo Quinto: Emma Bonino dagli aborti al Quirinale? Quando la libertà è intesa come assenza di criteri a cui riferirsi, aborti, divorzi ed eutanasia sono i risultati.
Sono i Giuristi per la Vita, insieme a Cultura Cattolica, a organizzare l'incontro di presentazione – martedì 16 aprile in piazza Montecitorio, a Roma, ore 12 – del libro di Danilo Quinto Emma Bonino dagli aborti al Quririnale? che vedrà la partecipazione dell'Autore, degli avvocati Amato e Spinelli, di don Gabriele Mangiarotti responsabile di Cultura Cattolica, del giornalista Aldo Forbice. I Giuristi per la Vita nascono dall'esigenza ineludibile di contrastare sul piano del diritto il processo di sfaldamento etico dell'intera società, le cui strutture portanti vengono attaccate, anzitutto, in via legislativa e giurisprudenziale. All'origine di questo fenomeno si pone una trasformazione morale in buona parte riconducibile alla penetrazione pervasiva della cultura radicale. Così, i Giuristi per la Vita fanno proprie le ragioni della critica serrata che ad essa muove Danilo Quinto, profondo conoscitore dei suoi contenuti, delle modalità di comunicazione e dei retroscena che la riguardano, per lunga diretta esperienza personale.
Com'è noto, il cardine del pensiero radicale, causa e fine dell'impegno politico che ne discende, è un'idea di libertà intesa come assenza di alcun criterio di riferimento; in omaggio ad essa sono stati patrocinati divorzio, aborto, eutanasia, droga libera... il tutto nel quadro di un progetto dissennato e perverso di distruzione del tessuto sociale. Questo progetto, peraltro, si realizza pure attraverso un'opera congiunta, sottile e accurata, di contaminazione dell'opinione pubblica, progressivamente depauperata delle proprie difese naturali radicate nella storia, nella tradizione, nella cultura religiosa del paese.
Inoltre, i radicali incassano e lucrano un pregiudizio positivo che si fonda su un clamoroso falso: in un panorama di sfiducia e scetticismo generalizzati nei confronti della politica, essi si pongono quali portatori di una insindacabile patente di pulizia e di un certificato esclusivo di moralità e credibilità. E l'opinione pubblica, mediaticamente fuorviata, tende ad accogliere in modo acritico le battaglie che provengono da questa sorta di empireo laico. Anche coloro che sarebbero strutturalmente refrattari al pensiero radicale spesso finiscono per essere compensati e appagati da certe proposte di riserva, ritenute buone in parte qua; senza comprendere che sposare le singole cause radicali significa rendersi complici di un disegno complessivo innervato e nutrito di ideologia libertaria e mortifera.
Di questo disegno Emma Bonino è senz'altro un'artefice significativa e quasi paradigmatica: la sua candidatura alla più alta carica dello stato sembra quindi paradossalmente legittimare l'azione eversiva e irrimediabilmente distruttiva tenacemente perseguita dai radicali con la connivenza irresponsabile di troppi sostenitori, accorsi premurosi persino dalla multiforme e indistinta galassia cattolica (forse unico plausibile caso di "concorso esterno", nella specie, in nichilismo ideologico).
Infatti, quella stessa macchina propagandistica che ha sempre avallato le proposte radicali, è capace oggi di oscurare gli aspetti più gravemente antiumani che la figura di Emma Bonino incarna, attraverso il sapiente mascheramento con presunte qualità artatamente create da una terminologia corriva e vuota: è "donna" innanzitutto, poi è "battagliera", "amante del diritto" e "paladina dei diritti civili", ha un "profilo alto e internazionale". La vulgata è pronta, i connotati appaiono perfetti.
Ecco quindi l'utilità e il tempismo del libro di Danilo Quinto, ed ecco le ragioni del sodalizio con i Giuristi per la Vita: è urgente il tentativo di spezzare il positivismo con cui si pretende di scardinare i capisaldi dell'ordinamento. La legge, recependo la morale, ha da sempre avuto il compito di preservare le strutture portanti della società, mentre ora ne prescinde, le stravolge, ne crea di nuove non sostenute da alcun fondamento di natura e di ragione. La cultura radicale, supportata magistralmente dai media (che da un lato sono permeati dalle sirene del libertarismo, dall'altro accarezzano il diffuso sentimento antipolitico di superficie), ha contribuito in modo determinante a trasformare il diritto da elemento di conservazione a strumento di manipolazione, appropriandosi della superiore istanza libertaria.
È più che mai opportuno, allora, chiamare a raccolta tutti coloro che sono in grado di avvertire l'insidia nascosta sotto questa incredibile operazione di propaganda che vorrebbe la Bonino al Quirinale, e trarre da ciò occasione per risvegliare le coscienze e per approntare tutte le forze possibili al fine di contrastare la deriva antiumana che minaccia dalle fondamenta la nostra civiltà.
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