Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
LE ORIGINI DEL CORONAVIRUS

Quelle comunicazioni nascoste da Fauci, altri misteri sul Covid

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Nuove email, pubblicate grazie all'inchiesta del Congresso Usa, rivelano come Fauci, il "medico in capo", abbia nascosto informazioni utili per capire l'origine del Covid-19.

Vita e bioetica 30_05_2024
Anthony Fauci (La Presse)

Ci sono altre email imbarazzanti, per non dire compromettenti, che riguardano Anthony Fauci, l’uomo messo a capo, dall’amministrazione Trump, per la lotta alla pandemia di Covid-19. Ma che adesso è sospettato di aver contribuito, se non alla sua origine, quantomeno all’insabbiamento dell’origine a Wuhan del virus.

Nelle email pubblicate questa settimana, dalla Sottocommissione alla Camera per il Coronavirus, il principale consigliere di Fauci, il dottor David Morens, parla esplicitamente di comunicazioni da nascondere al pubblico. Non rivela cosa, ma di sicuro dice chiaramente che email sono state distrutte o nascoste e altre inviate all’indirizzo personale di Fauci, in modo da proteggerle da ogni eventuale successiva richiesta di pubblicazione con l’applicazione della Legge per la libertà di espressione (Foia, l’acronimo inglese), che impone la trasparenza delle comunicazioni degli enti pubblici. Il mistero sull’origine del Covid, dunque, si infittisce.

La Sottocommissione ha indagato sui finanziamenti del National Institutes of Health (Nih) all’organizzazione no-profit EcoHealth Alliance, parte dei quali sono andati a scienziati dell'Istituto di Virologia di Wuhan che hanno condotto esperimenti rischiosi con i coronavirus. Esperimenti che, nel 2019, potrebbero aver causato la pandemia di Covid-19. La Commissione è finora giunta alla conclusione che l’Nih e la EcoHealth non abbiano monitorato adeguatamente gli esperimenti di Wuhan. Le ultime email pubblicate rivelano che, nelle comunicazioni fra Fauci e la EcoHealth, c’erano comunicazioni che dovevano essere nascoste al pubblico.

In un messaggio del 26 aprile 2020, subito dopo la sospensione, da parte di Trump, dei finanziamenti alla EcoHealth Alliance, Morens scriveva a Peter Daszak, il presidente dell’associazione non profit: «Ci sono cose che non posso dire, tranne che Tony (Anthony Fauci, ndr) ne è al corrente e ho saputo che ci sono sforzi in corso all'interno dell'Nih per gestire questa situazione con il minimo danno per lei, Peter e i suoi colleghi, e per l’Nih e il Niaid». Il Niaid è il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, diretto da Fauci, fino al 2022. Nell’email a Daszak, Morens concludeva: «Ho ragione di credere che siano già in corso sforzi per proteggervi».

Il 24 febbraio 2021, il dottor Morens scriveva allo scienziato Gerald Keusch dell’Università di Boston: «Ho imparato dalla nostra esperta della Foia come far sparire le email (…) Inoltre ho cancellato la maggior parte delle email precedenti, dopo averle inviate su Gmail».

In un messaggio, dell’aprile 2021, Morens scriveva a Daszak: «Ho dimenticato di dire che non c’è da preoccuparsi per la Foia. Posso inviare le cose a Tony (Anthony Fauci, ndr) sulla sua casella di posta elettronica privata, oppure consegnargliele al lavoro o a casa sua. È troppo intelligente per lasciare che i colleghi gli inviino cose che potrebbero causare problemi». “Causare problemi”, dice esattamente così. In un’altra email del dottor Morens a Daszak apprendiamo che il motivo per cui Fauci e Francis Collins (genetista, direttore dell’Nih fino al 2021) hanno agito “in questo modo” è stato quello di proteggere la reputazione di EcoHealth Alliance, ma anche la loro stessa immagine.

In un post sul suo blog, uno dei medici più critici sulla gestione pandemica, il professor Vinay Prasad passa in rassegna le e-mail e le definisce “prove decisive”, arrivando alla seguente conclusione: «Fauci, Collins, Morens e altri sembrano aver cospirato per nascondere al Congresso comunicazioni pubbliche».

Il dottor Morens, attualmente in congedo amministrativo a causa delle rivelazioni della Commissione, ha dichiarato ai deputati che la sua elusione della Foia è stata “un errore”, ma ha negato di essere a conoscenza del fatto che le sue email costituissero documenti federali ai sensi della legge.