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GENTE DI CASA NOSTRA/3

Quella fede così infantile dei cattolici adulti

Fra i tipi cattolici, uno molto diffuso nella politica contemporanea, da Prodi a Biden, è il "cattolico adulto". Si proclama pubblicamente cattolico, ma altrettanto pubblicamente promuove politiche che contraddicono la dottrina della Chiesa, dall'aborto al gender. Benedetto XVI li aveva capiti e definiva "infantile" la loro fede. 

Politica 30_07_2021
Romano Prodi, inventore dell'espressione "cattolico adulto"

Continuiamo con la nostra carrellata di “tipi cattolici” (nelle puntate precedenti: il cattolico ombra e il cattolico omissivo). Oggi parliamo di una classica figura di cattolico dei nostri tempi: il cattolico adulto. Dici “cattolico adulto” e subito il pensiero corre a Romano Prodi che quando, nel 2005, la Chiesa italiana decise giustamente di affossare il referendum sulla legge 40 con l’astensione lui sbottò: “Sono un cattolico adulto e vado a votare”. Qualche anno dopo gli fece eco un figlio di quella stessa mentalità che dimentica la Bibbia e il Catechismo in biblioteca, ma sul tavolo di lavoro tiene la Costituzione. Ci riferiamo a Matteo Renzi che, a favore delle unioni civili e sedicente cattolico, non ebbe vergogna ad esplicitare quali fossero le sue priorità: “Io sono cattolico, ma ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo”. Che è come dire, io sono un giudice ma in tribunale mica applico la legge, bensì il regolamento del mio condominio. Di cattolici adulti è pieno il mondo e la stella in ascesa, ma forse ancora per poco, più nota al momento porta il nome di Joe Biden il quale riesce a tenere insieme il comando di non uccidere con il placet all’aborto e sovrascrivere sulla pagina della Bibbia in cui si narra che Dio “li creò maschio e femmina” la teoria del gender, usando pure carattere svolazzanti e gradevoli.

Le caratteristiche del cattolico adulto sono molteplici. In primis è un separatista: costui scinde in modo netto la vita privata, nonché pubblica, dalla dottrina cattolica. Dal punto di vista logico non ci sarebbero problemi se il Nostro si confessasse ateo, agnostico o almeno laicista. Il problema invece sta nel fatto che si presenta come cattolico. Sfidando il principio di non contraddizione il cattolico adulto tenta allora di coniugare il suo appoggio ad aborto, contraccezione, fecondazione artificiale, divorzio, rapporti extramatrimoniali, omosessualità, transessualità, eutanasia con la sua appartenenza alla Chiesa cattolica. Grazie a questa impossibile ibridazione tra ciò che è retto e ciò che è storto, il cattolico adulto ha fatto la sua parte in Parlamento e insieme ad altri compagni di cordata ci ha regalato leggi come quella sul divorzio, aborto, Fivet, Unioni civili ed eutanasia.

Il Nostro ha in testa quindi una strana idea di cattolicità, adulterata, è proprio il caso di dire, inquinata da un misto di modernismo, progressismo, liberalismo e giustizia sociale. Per lui essere cattolici significa lotta alla povertà, disoccupazione e porti aperti. Il resto sono questioni private in cui solo Dio è giudice e le cui sentenze rimangono occulte a noi poveretti.

Una seconda caratteristica del cattolico adulto, che discende dalla prima, è la sua voglia di emancipazione dal Magistero. Non tanto dalla struttura gerarchica della Chiesa, la quale, se politico, può venire anche utile – da qui la sua inclinazione al clericalismo – bensì dall’insegnamento della Chiesa. Il cattolico adulto è quello che cammina spedito sulle sue gambe e non ha bisogno di stampelle dottrinali, è un illuminato, uno che non se ne fa nulla di miracoli e, volendo, nemmeno della grazia ordinaria dei sacramenti. In questo autarchia dottrinale del cattolico adulto che basta a se stesso e in questa autosufficienza morale e spirituale si possono forse intravedere delle influenze protestanti. Il Magistero diventa un orpello, la Rivelazione è aperta ad esegesi confezionate su misura. Insomma il cattolico adulto si salva da solo.

Costui quindi sarà pure un cattolico adulto, ma non è adulto come cattolico, dato che la sua fede è bambina. Benedetto XVI in un’omelia del 2009 disegnò benissimo il profilo di questo nostro amico: “La parola ‘fede adulta’ negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso. Ma lo s’intende spesso nel senso dell’atteggiamento di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi Pastori, ma sceglie autonomamente ciò che vuol credere e non credere – una fede ‘fai da te’, quindi. E lo si presenta come ‘coraggio’ di esprimersi contro il Magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo ‘schema’ del mondo contemporaneo. È questo non-conformismo della fede che Paolo chiama una ‘fede adulta’. È la fede che egli vuole. Qualifica invece come infantile il correre dietro ai venti e alle correnti del tempo”.

Il cattolico adulto – e lo siamo in fondo un po’ tutti noi, almeno a volte – è però dotato di furbizia. Ha fiuto. Riconosce cioè dove spira il vento, dove è la parte giusta della storia e ci si ficca all’istante. Lo fa per più motivi: perché cerca il plauso del mondo, perché è più comodo o più utile, perché non vuole essere escluso dalla gente che conta e invece intruppato in un manipolo di poveri sfortunati bigotti e baciapile, perché non vuole rimanere indietro mentre un futuro radioso lo sta aspettando a braccia aperte. Insomma lo fa per un sacco di motivi, ma non certo per Dio.