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NUOVI GNOSTICI

Quando la libertà distrugge se stessa

Lutero, nel nome della libertà dal Papa legittimò il potere dispotico dei sovrani. Da allora, l'ambizione gnostica di costruire un mondo felice ha avuto conseguenze sempre più tragiche. Non ci si affida più a Dio, ma a filosofi, scienziati. E dittatori.

Cultura 17_02_2014
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Libertà, libertà, libertà. Da Lutero, che la rivendica per primo dandole un significato nuovo e rivoluzionario, la libertà accompagna tutti i passi della società moderna. Lutero, in nome della libertà, nega il magistero pontificio e conferisce ai principi un potere dispotico che comprende, cosa inaudita per una società cristiana, lo stesso potere spirituale. Dai prìncipi ai filosofi: dopo la frantumazione del sapere teologico derivata dal libero esame, è la filosofia, sono i filosofi che si definiscono illuminati, a rivendicare per sé il pieno possesso della libertà. Il dispotismo illuminato e la rivoluzione francese sono i frutti di questo tipo di libertà. Libertà gnostica che pretende di far nuove tutte le cose sostituendo l’uomo a Dio e definendo scienza il sapere illuminato dalla ragione.

Il mondo non si affida più a Dio, non ci si rivolge più a Maria perché porti soccorso nella “valle di lacrime”, il mondo si affida agli scienziati che si dicono capaci di trasformare la terra in un paradiso promettendo la liberazione dal dolore e la realizzazione di ogni desiderio. Bene e male? Concetti che solo chi sa è in grado di intendere nel loro vero significato.

L’ambizione gnostica di costruire un mondo felice ha conseguenze che, col passare del tempo, diventano sempre più tragiche. Invece di libertà, uguaglianza e pace, eserciti di poveri e infelici, privati di ogni parvenza di dignità umana, cadono sotto il pugno di ferro di uomini che ritengono se stessi onnipotenti, liberi di imporre ogni proprio volere.

Marx, Lenin, e Hitler, frutti maturi della gnosi salvifica, fanno politica in nome della scienza e, in nome della scienza, liberano dalla vita e dalla libertà milioni di esseri umani schiacciati da un dolore disumano. Comunismo e nazismo non sono così distanti l’uno dall’altro. Comunismo e nazismo hanno un denominatore comune: l’irrisione della rivelazione e la fede nella scienza e nella ragione. Nella propria ragione. “Un movimento come il nostro –afferma Hitler nel 1944 - non deve lasciarsi trascinare in digressioni di ordine metafisico. Deve attenersi allo spirito della scienza esatta”. Nella prefazione al Manifesto composta nel 1948 Togliatti scrive: “Se nel 1848 il socialismo dall’utopia passava alla scienza, nel 1917 la previsione scientifica e meta lontana della conquista del potere da parte della classe operaia diventa realtà concreta”. Ancora: “Tracciando per la prima volta le fondamentali leggi di sviluppo della società umana esso rinnova la scienza di questa società. Indicando scientificamente la funzione storica del proletariato come forza chiamata dal corso stesso delle cose a rinnovare il mondo”.

Libera scienza al potere, terrore rivoluzionario, stermini di popoli ed etnie, guerra spietata alla religione, trionfo dell’eugenetica, esperimenti su malati e disabili, due guerre mondiali, morte. Morte nei gulag e morte nei lager.

Dopo la seconda guerra mondiale abbiamo, all’apparenza, cambiato strada. Abbiamo pensato di metterci dietro le spalle i frutti velenosi della gnosi nemica di Dio semplicemente scordandoci della sua esistenza. Ma piano piano, a partire dalle istituzioni internazionali, il pensiero illuminato ha ripreso forza. E così abbiamo ricominciato daccapo. Ancora una volta in nome della libertà, dell’uguaglianza e della scienza. Eutanasia (estesa anche ai bambini ritenuti maturi di compiere una simile, libera, scelta), fine della famiglia, creazione di una neolingua accompagnata dalla scomparsa delle parole più care come mamma e papà, educazione alla masturbazione imposta a tutti a cominciare dall’asilo, eliminazione dei “diversamente abili”, imposizione della scientifica teoria dei gender come a suo tempo è stato fatto con l’altrettanto scientifica teoria della razza.

Marx e Hitler hanno perso? Hanno vinto al quadrato. Ha vinto il loro comune denominatore: la gnosi. Con la morte che l’accompagna.