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L'EDITORIALE

Qualche ragione per seguire questa Bussola...

Oggi l’informazione corre sul filo dei minuti e si gioca in gran parte sul Web. La carta stampata è in fase di evidente declino. Per questo è importante prestare attenzione a questa iniziativa che oggi prende il largo

Editoriali 08_12_2010
La Bussola è online

 

Oggi l’informazione corre sul filo dei minuti e si gioca in gran parte sul Web. La carta stampata, alla quale resto affezionato e che mi ha accompagnato per tutta la vita, è in fase di evidente declino. Per questo è importante prestare attenzione a questa iniziativa che oggi prende il largo: la Bussola quotidiana. Un giornale online, fatto da un gruppo di giornalisti che vogliono proporre uno sguardo cattolico sulle notizie quotidiane, e che si avvale della collaborazione di tante importanti firme del giornalismo e della cultura cattolici.

Sono lieto di dire, qui, qualche parola, coinvolto io pure in questa avventura. Anche se è doveroso precisare che il titolo un po’ altisonante di “direttore editoriale” che i colleghi (e amici) hanno voluto attribuirmi è - in tutti i giornali, ma soprattutto in questo - una sorta di titolo “onorifico”, senza impegni concreti o responsabilità dirette . Non a caso, in questo nostro gruppo di amici, non è ufficializzato in alcun documento e non prevede alcun emolumento. Io stesso ho voluto così, per manifestare quanto l’iniziativa mi stia a cuore e al contempo per lasciare libero campo agli eccellenti colleghi che lavoreranno qui giorno per giorno: il direttore responsabile Andrea Tornelli, il caporedattore Riccardo Cascioli e i redattori Marco Respinti e Antonio Giuliano. Cui si aggiunge quella schiera illustre di collaboratori che i lettori già conoscono dalle pagine de Il Timone , ma ai quali molti altri si aggiungeranno. A tutti loro va il mio augurio migliore, la mia stima e anche la riconoscenza per un impegno che sarà al contempo appagante e gravoso.

Con il lavoro che ho raccolto nei quattro volumi del mio Vivaio ho cercato di riempire quello che consideravo (e considero) un vuoto drammatico: la mancanza di una prospettiva cattolica sulla cronaca e sulla storia, la mancanza di quella Katholische Weltanschauung, quella visione del mondo cattolica. Oggi il pensiero cattolico sembra talvolta ridotto a un certo moralismo o a una blanda denuncia della disumanità dell’attuale società, ma sempre dentro lo schema ideologico egemone nel mondo, e purtroppo, talvolta, egemone anche nel cattolicesimo. Sono vecchio abbastanza, ahimé, per avere vissuto la fase della ubriacatura generale (dunque anche cattolica) pseudomarxista e per conoscere bene quella attuale, del "politicamente corretto" liberal.

Noi cattolici che cerchiamo di reagire agli “ismi” che si susseguono, siamo consapevoli che la fede non è un accessorio, non è un optional, non è qualcosa di staccato dalla vita né dal pensiero. Dunque, cercare di dare una lettura della storia come della cronaca, cercare di offrire un giudizio che parte dallo sguardo di fede, riscoprire una visione evangelica degli avvenimenti è un contributo che ha a che fare direttamente con il nostro compito di comunicatori.

Non vogliamo aggiungere un’ideologia – magari cattolica – alle altre ideologie già esistenti. Non vogliamo trasformare la fede in uno schema intellettuale da applicare alla realtà, perché significherebbe semplicemente uccidere il cristianesimo. Il cristianesimo è una vita, una Persona, un incontro. È l’incontro con una Persona che cambia la vita. Dunque, cercare di offrire una chiave di lettura cattolica non significa giudicare la società e il mondo in cui viviamo a partire da uno schema ideologico, ma a partire dallo sguardo generato da questo incontro.

Ciò che manca spesso al cattolicesimo dei nostri giorni è la maggiore delle virtù cristiane, quella della prudenza. Bisogna imparare a giudicare la realtà a partire da quel sincero, sano realismo, che è figlio primogenito della prudenza. Questo significa non guardare al mondo con gli occhiali rosa del buonismo, o credere che si possa cambiare la realtà con l’utopia studiata a tavolino di chi pensa che si possa costruire un mondo perfetto intervenendo sulle strutture e mai su se stessi. Il cristiano sa che l’umanità, la nostra umanità è ferita dal peccato originale. Le utopie non fanno i conti con questa realtà del peccato.

Questa consapevolezza e questo realismo, se non portano all’ottimismo, non sfociano nemmeno nel pessimismo: dobbiamo fare ciò che possiamo, agire nella storia a partire dal cambiamento di noi stessi, avendo sempre la consapevolezza che Dio è il Signore della storia, che è Lui a condurre la partita, che la vittoria sul male, alla fine dei tempi, sarà sua. Il compito della Bussola, questa piccola-grande iniziativa che sta per prendere il largo, è quello di proporre questo sguardo sulla cronaca quotidiana, cercando magari di contrastare in tempo reale la nascita o la riproposizione di leggende nere che riguardano la nostra fede o la Chiesa. Ma con una logica che non può ridursi soltanto a quella della reazione e del contro-canto.

Vogliamo infatti cercare di proporre anche quelle notizie, e sono tante, che sfuggono alla rete dei circuiti informativi e finiscono per perdersi. Vogliamo poter mostrare che la realtà non è soltanto catastrofica, che i cristiani non sono coloro che si lamentano per come vanno le cose finendo per essere dei laudatores tempori acti, dei nostalgici del passato. Sono uomini e donne che vivono nel loro tempo, fermamente convinti che esista un disegno provvidenziale in tutto ciò che accade, anche se talvolta si fatica non poco a distinguerne i tratti: Dio scrive dritto sulle righe storte e «tutto concorre al bene per coloro che amano Dio». Speriamo di avervi a bordo in questo viaggio. E che quel Cristo, nella cui Parola e nella cui Presenza crediamo, vegli perché sappiamo discernere e comunicare – pur da “servi inutili” – quella Verità senza la quale non c’è libertà . Anzi, non c’è alcuna possibilità di vita davvero umana.